Con l’accusa di aver portato avanti presunte “reiterate e sistematiche condotte di violenza e minacce” ai danni delle due società operative di Deles, gruppo specializzato nella progettazione, produzione e commercializzazione di imballaggi dagli anni ’50 sia sul territorio nazionale sia all’estero, è stato arrestato stamane Giuseppe ‘Pino’ De Marte, della nota famiglia di Seminara (Reggio Calabria) collegata a esponenti della ‘Ndrangheta. L’ordinanza è stata firmata dal gip di Milano Stefania Donadeo che ha accolto la richiesta del pm della Dda Pasquale Addesso. Inoltre la sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese ha disposto due decreti di amministrazione giudiziaria, in base al codice antimafia, nei confronti delle stesse società del Gruppo (estraneo alle indagini) ossia di Scatolificio Deles spa e Deles Imballaggi Speciali, ritenendo sussistente una grave situazione di infiltrazione mafiosa. I reati contestati a De Marte sono estorsione continuata e tentata, entrambi aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso, in quanto a partire dal 2016 avrebbe “determinato il totale assoggettamento alla sue pretese dei dirigenti” di Deles in modo da ottenere “l’assegnazione esclusiva alla società De.Ma.Trans, a lui riferibile” di commesse di trasporto su tratte stradali in Lombardia, per oltre 8 milioni di euro.
‘Ndrangheta: estorsioni per avere commesse, arrestato De Marte. Amministrazione giudiziaria per due società: “infiltrazione mafia”
I provvedimenti sono stati eseguiti, stamane, dai carabinieri del comando provinciale di Monza Brianza – con il supporto del comando provinciale di Varese – e dai militari della Guardia di Finanza del comando provinciale di Como. L’indagine è nata in seguito alla denuncia di De Marte da parte di un imprenditore del Varesotto in quanto destinatario di minacce e di un tentativo di estorsione con lo scopo di impedirgli di continuare a eseguire prestazioni di trasporto in Lombardia per il gruppo specializzato nel settore degli imballaggi. Dagli approfondimenti investigativi è emerso che le minacce proferite nei confronti dell’imprenditore concorrente non costituivano un episodio isolato ma sarebbero state parte di un contesto di estorsione “ambientale” che avrebbe portato al “totale” assoggettamento alle pretese di De Marte dei dirigenti e dipendenti delle società operative del gruppo L’attività estorsiva, accertata quantomeno dal 2016 e tutt’ora in corso, ha consentito alla De.Ma.Trans, intestata alla moglie dell’imprenditore in carcere, di fatturare oltre 8 milioni di euro ed è stata consumata, riassume una nota del procuratore di Milano Marcello Viola, “con metodi tipicamente mafiosi, avvalendosi dalla reputazione criminale dell’indagato e dalla percezione delle vittime di confrontarsi con un soggetto vicino ad ambienti della criminalità organizzata”, Tali pressioni hanno consentito di ottenere un ingiusto vantaggio patrimoniale attraverso l’affidamento esclusivo delle commesse di trasporto in violazione anche dei criteri di economicità e concorrenzialità e anche in assenza di un effettivo fabbisogno dell’operatore economico. Infatti, come osserva il gip Donadeo nella sua ordinanza, De Marte “ha di fatto ottenuto il controllo delle commesse, anche imponendo condizioni economiche svantaggiose per la committente. Tale situazione è rimasta inalterata per anni; la direzione della società per azioni, invero, senz’altro fortemente condizionata, ha omesso di prendere concrete iniziative finalizzate all’affrancamento della società dagli interessi mafiosi penetrati nell’azienda”. Per questo il Tribunale ha disposto l’amministrazione giudiziaria di Scatolificio Deles, spa e Delkes Imballaggi Speciali srl.
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