Il Presidente del consiglio comunale di Rende, Gaetano Morrone, ha inviato una nota ai firmatari della mozione di sfiducia, dichiarandone l’improcedibilità a procedere.
“Egregi consiglieri, con la presente comunico che la richiesta in oggetto non può trovare accoglimento poiché sottoscritta da un numero di consiglieri inferiore ai due quinti previsti dall’art. 52 del Decreto legislativo n. 267/2000, nonché dall’art. 42 dello Statuto comunale. D’altra parte, anche il Ministero dell’Interno con parere di cui allego copia, formulato in riferimento ad una vicenda del tutto identica, ha autorevolmente precisato che “nel caso in cui il computo dei due quinti dei consiglieri assegnati, necessario per la sottoscrizione della mozione di sfiducia di cui al più volte citato art. 52, assommi ad una cifra decimale, si osserva che nella fattispecie (posto che il sindaco va escluso dal computo per espressa previsione della citata norma), il numero dei consiglieri assegnati è pari a 24 ed il novero dei due quinti è pari a 9,6. In conformità ad un costante indirizzo interpretativo, si ritiene che, in mancanza di apposite prescrizioni statutarie o regolamentari, sia legittimamente applicabile il criterio dell’arrotondamento aritmetico, in quanto richiamato espressamente, a vario titolo, in più disposizioni del richiamato decreto legislativo n. 267/00 (cfr. artt. 47, c. 1; 71, co. 8; 73, co.l; 75, co. 8). Detto criterio implica, com’è noto, che in caso di cifra decimale uguale o inferiore a 50, l’arrotondamento debba essere effettuato per difetto, mentre nel caso in cui essa sia superiore a 50 si procederà ad arrotondamento per eccesso. Per quanto precede, deve pervenirsi a conclusione che, nel caso di specie, occorra la sottoscrizione di dieci consiglieri comunali”, si legge nella comunicazione inviata ai consiglieri Annarita Pulicani, Francesco Beltrano, Luciano Bonanno, Andrea Cuzzocrea, Michele Morrone, Enrico Francesco Monaco, Massimiliano De Rose, Sandro Principe e Domenico Talarico.
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