di Paolo Ficara – Cinque punti in cinque partite. Questo è il bilancio settembrino della Reggina, che per qualità – chiariamo subito – rimane la favorita per vincere il girone I della Serie D. Ma per la quarta volta su cinque, fallisce l’appuntamento con la vittoria. A Torre Annunziata finisce 1-1, al cospetto di un Savoia ancora imbattuto. Barillà su rigore sblocca la contesa nella prima frazione. Dopo la prima trocinata, arriva puntuale il pareggio di Ledesma nella ripresa.
LE SCELTE – Pur mantenendo il 4-3-3 di base, mister Trocini effettua scelte più difensive. Coppia centrale Adejo-Blondett, forse la meglio assortita per caratteristiche. A destra c’è Rosario Girasole, classe ’06 fin qua non utilizzato per problemi fisici. Ma è uno stopper, non un terzino. Il posticino a Mungo, viene trovato quasi sempre: l’ex Cosenza è titolare a centrocampo, con Porcino che avanza ad ala sinistra. Montalto è il centravanti, Ferraro è squalificato. Edera c’è, prima panchina per Di Grazia. Mister Catalano schiera i padroni di casa con un 3-4-2-1 ancor più abbottonato: out Vumbaca, ex Sambiase come il ds Mazzei.
AMARANTO AVANTI – Il Savoia fa la partita, ma la Reggina ha la qualità e l’astuzia necessaria per fare male al primo tentativo. Il sinistro di Porcino, fra i piedi più educati della categoria, fa partire il cross spizzato da Barillà per Montalto: Cadili lo trattiene, è rigore. Al 18′, Barillà dal dischetto spiazza De Lorenzo ed è 0-1.
LA TROCINATA – Fin qua, ossia da due anni a questa parte, Bruno Trocini ci aveva abituato a non cambiare quasi mai, sul piano tattico ed in corsa, a prescindere da eventuali situazioni di sofferenza. A Torre Annunziata riesce a stravolgere qualcosa che funziona, forse terrorizzato da un’occasione di Favetta frutto di uno svarione individuale. Fuori Mungo, dentro Palumbo. Modulo amorfo. Teoricamente con tre centrali. Ma Gatto resta sempre basso. Sembra uno di quegli ibridi da Pro Evolution Soccer. Questa iniezione di confusione, produce subito “effetto”: al 64′ i padroni di casa riescono a far scorrere il pallone da un lato all’altro del campo, e Ledesma dal limite – e da posizione angolata – scaglia un destro a 5 km/h, non di più. Nessuno ci mette il piedino, tantomeno la manina. Ed è 1-1.
DE LORENZO PIGLIATUTTO – I cambi successivi incidono, nella misura in cui la disorganizzazione tattica si affida alle individualità. Salandria – subentrato a Barillà – sfodera un assist da Serie A: filtrante col sinistro a scavalcare la difesa, Porcino a botta sicura trova un De Lorenzo esemplare. Da lì in poi, è quasi un tiro al bersaglio. Ci prova Di Grazia – subentrato ad Adejo – poi ancora l’ex Catania fa partire un bel traversone a rientrare: sponda di Girasole, ma Montalto di prima intenzione trova un De Lorenzo stavolta anche fortunato, oltre che reattivo. Parate decisive per il classe 2007, l’anno scorso tra i pali della Reggina Juniores. Nel finale, Montalto rifila un colpo a Checa e riceve un cartellino rosso.
A QUANDO I PROVVEDIMENTI? – Se un somaro si fosse seduto in panchina al posto di Trocini, in queste prime cinque gare di campionato, difficilmente la Reggina avrebbe meno di cinque punti. Questa società – e questa dirigenza – è riuscita a non prendere provvedimenti, nemmeno dopo una sconfitta in casa con la GEL-BI-SON. A meno che non fosse colpa di Rocco Di Venosa: ultimo acquisto ad agosto, prima rescissione di settembre, con zero presenze all’attivo. Ma rispetto a Lagonigro che – con tutto il rispetto – ha preso quattro gol sugli ultimi quattro tiri in porta degli avversari, non era meglio tenere De Lorenzo? Non c’è vento favorevole, per il marinaio che non sa dove andare.