“I ragazzi salvati dalla Ocean Viking sono 48, e dico ragazzi perché sono quasi tutti minori non accompagnati. Ci hanno raccontato di essere passati dall’inferno della Libia, parecchi ci hanno detto di aver trascorso anni prima di riuscire a partire – il che significa che sono arrivati in Libia quando erano bambini – qualcuno ci ha raccontato di essere stato prigioniero nelle condizioni che potete immaginare“. Questa la testimonianza, condivisa in un video dall’organizzazione SOS Mediterranée, del rapper e scrittore reggino Francesco Carlo in arte Kento, che si trova a bordo della missione della nave di ricerca e soccorso Ocean Viking.
L’imbarcazione ha tratto in salvo 48 persone migranti, tra cui 44 minorenni, che all’alba di oggi sono scese a terra al porto di Brindisi.
Kento continua: “Il salvataggio è andato abbastanza liscio finché non si è palesata la guardia costiera libica, con la famigerata motovedetta 660, mezzo dato dall’Italia nell’ambito degli accordi bilaterali con la Libia, lo stesso che qualche anno fa ha sparato e ferito un pescatore siciliano“.
Lo scrittore denuncia che la motovedetta libica avrebbe “manovrato in maniera pericolosa e irresponsabile, mettendo a repentaglio sia l’operazione che la sicurezza dei ragazzi, spaventandoli, ma per fortuna il personale della Ocean Viking è riuscito a portare a termine le operazioni di salvataggio. A quel punto- dichiara- ci è stato assegnato come porto sicuro Ravenna, a più di 1.500 chilometri e quattro giorni di navigazione dal punto in cui era avvenuto il salvataggio“.
Queste, denuncia Kento, “sono le conseguenze del decreto Piantedosi che impongono alle navi delle ong di andare al porto sicuro assegnato anche quando è molto lontano e impongono di non effettuare più nessun salvataggio. Bisogna partire direttamente“.
Tuttavia, “date le molte richieste e il peggiorare del meteo, è stato assegnato il porto di Brindisi. I ragazzi sono stati sbarcati stamani all’alba e ora la loro cura passa alle organizzazioni di terra”. La Ocean Viking, conclude l’artista e attivista, “è pronta a ripartire per tornare nella sua zona operativa“.