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Con “La ritornanza” Vincenzo Ursini vince il premio letterario ANPCI

Dopo aver vinto lo scorso 25 agosto il premio “Teseo” di Milazzo, lo scrittore catanzarese Vincenzo Ursini, con il romanzo inedito “La ritornanza”, si è aggiudicato anche la II edizione del Premio Letterario dell’Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni d’Italia, concorso istituito negli anni scorsi dalla segreteria nazionale ANPCI, per dar voce a tutti quegli autori che nelle loro opere hanno raccontato la vita dei piccoli borghi.

Il paese oggetto del romanzo di Ursini è Petrizzi, sito a 356 metri sul livello del mare e distante una manciata di chilometri da Soverato. Ursini ha ambientato la storia del protagonista, un noto professore universitario, tra quelle colline e il fiume Beltrame che scorre a valle.

La prestigiosa giuria, presieduta dal prof. Francesco Garofalo, giornalista e docente universitario di Storia delle Istituzioni Politiche e Sociologia, era composta da Antonio Argentino, Ida Paola Cerenzia, Antonio Filardi, Eugenio Maria Gallo, Valerio Grosso, Teresa Iona, Laura Marchetti, Gerardo Melchionda, Antonio Pettinato, Renato Pellegrino, Carmela Pistone, Giuseppe Rizzuti, Zaccaria Spina, Enrico Vignati: docenti, professori universitari, giornalisti, sindaci, tutti orientati a celebrare, con la straordinaria bellezza delle parole, i piccoli borghi di provincia.

La premiazione si terrà il prossimo 23 settembre a Cardè, nel corso di una prestigiosa manifestazione che si terrà nella Confraternita di San Sebastiano, a partire dalle ore 10:00. L’evento è parte integrante del programma della XXIII Assemblea Nazionale e della XVIII Festa Nazionale dell’ANPCI, con una serie di iniziative che si terranno dal 22 al 24 settembre nei vari comuni dell’Associazione Octavia, in provincia di Cuneo.

La Ritornanza” – ha scritto la giuria del premio “Teseo” (prof.ssa Maria Lizzio, prof.ssa Silvana  Gitto, dr. Giovanni   Albano, Francesca Roveri, Salvo Pandolfo) è “romanzo della memoria”, in cui un passato mai conchiuso è motore vitale del presente e di una ricerca inesausta di autenticità. Così, nell’intimo, c’è un consapevole recupero, da parte del protagonista, dei luoghi e dei volti dell’infanzia che hanno nutrito la sua anima. Egli ritorna, infine, a se stesso, e, agganciate le proprie radici, può ricominciare a vivere e ad amare. Il romanzo è pregevole anche per lo stile sobrio e misurato, cui non manca, a tratti, l’intensità di alti momenti di lirismo”.

«Questo romanzo – ha sottolineato Vincenzo Ursini – vuole essere un doveroso omaggio al mio paese, alla sua gente, ai tanti amici che, nei momenti di difficoltà, mi hanno sostenuto con affetto, condividendo insieme a me gli stessi ideali di giustizia e di lotta contro le miserie e le prevaricazioni politico-sociali della Calabria».

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