Quella che è appena terminata era l’edizione della “Ripartenza” e l’entusiasmo suscitato testimonia un ritorno in grande stile del Gioiosa Percussioni Festival, la cui sesta edizione, affidata alla direzione artistica dell’associazione Arpa(con in testa Danilo Gatto, Francesco Loccisano e Andrea Piccioni) e all’organizzazione da parte dell’amministrazione comunale e del comitato festa di San Rocco, è ripartita, appunto, dalla grande partecipazione popolare. Emotiva oltre che numerica.
Nelle due serate dl festival, piazza Vittorio Veneto si è riempita come non si vedeva da tempo e sono molteplici gli attestati di apprezzamento per la qualità degli spettacoli proposti che hanno avuto le percussioni come filo conduttore ma si sono saputi differenziare dal punto di vista stilistico, accontentando, alla fine, tutti i gusti.
La serata di martedì 16 è stata aperta dalla raffinata cantautrice pugliese Rachele Andrioli, che ha ammaliato il pubblico presente con la sua voce e il suo stile inconfondibile, che parte dalla tradizione popolare della sua terra e tocca sonorità di tutti gli angoli del pianeta. Un giro del mondo in 80…minuti di concerto è stato quello del trio cosentino tutto al femminile del Tarab ensemble, in cui la formula collaudata dell’uso esclusivo di voce e percussioni, ha portato gli spettatori a passare con disinvoltura dai mantra indiani al son cubano, passando per uno dei classici meno conosciuti del repertorio di Pino Daniele. La prima serata si è conclusa a pieno ritmo col dialogo tra due grandi percussionisti, come il virtuoso del tamburo a cornice Andrea Piccioni e il giovane e più che promettente Federico Laganà.
Nella seconda serata sono stati i Phaleg a rubare la scena con un concerto meraviglioso. Rinnovati nei suoni e nei componenti – agli storici Salvatore Megna (voce, chitarra battente), Danilo Gatto (organetti, zampogna a chiave, voce), Antonio Critelli (lira, zampogne, fiati, voce) e Filippo Scicchitano (contrabasso) si aggiungono Francesco Loccisano (chitarra battente), Andrea Piccioni e Francesco Magarò (tamburi a cornice), in una collaborazione artistica nata all’interno del Dipartimento di Musiche Tradizionali del Conservatorio “Tchaikovsky” di Catanzaro-Nocera Terinese – hanno entusiasmato il pubblico mostrando grande affiatamento e grande intesa, oltre che una tecnica sopraffina che nei momenti di assolo ha dato spazio ai virtuosismi di ognuno di loro. Apprezzatissimo il finale del concerto, con tutti i musicisti che sono scesi dal palco per suonare insieme gli strumenti della tradizione a stretto contatto col pubblico.
Ultimo concerto (ma non in ordine d’importanza) quello dei Tammurianti, che hanno portato a Gioiosa Ionica la tradizione musicale dell’area vesuviana, arricchita dall’uso di violino e mandolino elettrico che ha attualizzato il sound della tradizione.
Insomma, le previsioni sono state rispettate e le aspettative non sono state tradite. E ora, si pensa all’edizione del 2023, mentre a Gioiosa Ionica i Tamburi di San Rocco continueranno a suonare forte fino alla conclusione dei festeggiamenti solenni, prevista, come sempre, l’ultima domenica di agosto.