Grande avvio, giovedì otto dicembre alle ore 20,00 alla Chiesa Madre del Santissimo Crocifisso di Torre Melissa, del Progetto Leonardo Vinci e i suoi contemporanei nei luoghi e nelle dimore dei Pignatelli, principi di Strongoli e conti di Melissa.
Sarà lo Stabat Mater per soprano, mezzosoprano, orchestra d’archi e basso continuo di Giovanni Battista Pergolesi ad inaugurare la quattro giorni di musica e teatro dedicati al compositore strongolese. Protagonisti principali del concerto tre artisti calabresi che stanno ottenendo importanti consensi nazionali e internazionali: il soprano Giorgia Teodoro ( vincitrice di alcuni principali concorsi nazionali di canto come quello di Spoleto ), il mezzosoprano Chiara Tirotta ( già impegnata in ruoli principali all’Arena di Verona, al Teatro alla Scala di Milano, al Rossini Opera Festival di Pesaro, al Teatro Carlo Felice di Genova) e, soprattutto, il Direttore d’orchestra Gianluca Marcianò ( un musicista lodato dal Sunday Times “per la sua direzione immancabilmente teatrale e idiomatica che ha diretto numerose orchestre internazionali (Oviedo, English National Opera, Grange Park Opera, Scottish Opera, Opera North e Longborough Opera Festival, Minsk, Ljubjana) e opere (Traviata, Tosca, Rigoletto, Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan Tutte, Nabucco, Madama Butterfly).
La storia ci racconta che Giovanni Battista Pergolesi compose il suo Stabat Mater, una delle pagine più sublimi di tutta la storia della musica sacra, solo qualche mese prima della sua morte (e questo fatto riporta subito alla mente la stesura del Requiem da parte di Mozart che avvenne nelle medesime circostanze). Il compositore di Jesi, destinato a morire a soli ventisei anni di tubercolosi, scrisse velocemente questo straordinario capolavoro dopo aver ricevuto nel 1735 l’incarico da parte di una confraternita laica napoletana, quella dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo, che l’avrebbero utilizzato durante la liturgia della Settimana santa Con il suo Stabat Mater, costruito su dodici numeri (che descrivono in modo compatto e quasi simbolico le venti stanze della passione del Cristo) Pergolesi, pur rispettando l’impianto costruttivo del tempo, che prevedeva l’uso dei soli archi con il basso continuo e la presenza delle sole voci del soprano e del contralto tende ad alleggerire questo alternarsi come se la rappresentazione sacrale potesse essere trasposta su un piano teatrale, nel quale mostrare i sentimenti dell’uomo e non solo la manifestazione della dimensione divina.