“Vorrei che questa storia mostrasse tutti i colori possibili del Sentimento”. Roberto Saviano centra in pieno il suo obiettivo con il nuovo recital teatrale “L’Amore mio non muore”, andato in scena al Teatro Auditorium Unical, nell’ambito della Rassegna L’Altro Teatro, curata da Gianluigi Fabiano.
La regia è di Enrico Zaccheo, la scenografia è essenziale: un letto, una sedia e un tavolo con sopra dei libri. Alle sue spalle, l’immagine di Rossella Casini, l’unica foto che resta della studentessa fiorentina, riconosciuta oggi dallo Stato come vittima di ‘ndrangheta. Nel 1977, a 21 anni si innamora del ragazzo sbagliato, Francesco Frisina, la cui famiglia è legata alla potente ‘ndrina di Gallico, da poco entrata in guerra con quella dei Condello. È una storia dura, drammatica, commovente: Saviano porta in scena il coraggio di una giovane donna che vuole amare, che si fida così profondamente del suo sentimento da non provare mai paura. Fino alla fine.
Il giornalista e scrittore campano, dal 2006 sotto scorta, racconta tutte le sfumature dell’amore avvalendosi anche della letteratura, del cinema, della poesia. Non manca un riferimento al Vangelo, alla mitologia, ai versi di Carrieri, al legame del poeta russo Vladimir Majakovskij con la sua musa Lili Brik. Al centro resta la storia di Rossella che sceglie di non scappare e rimanere accanto a Francesco anche quando le armi iniziano a sparare. È convinta che questo amore possa addirittura fermare la faida. La sua decisione si rivelerà fatale. Il 22 febbraio 1981 Rossella Casini sparisce misteriosamente da Palmi dopo aver telefonato al padre e aver annunciato il suo rientro a Firenze. Nessuno la rivedrà più.
Un teatro gremito, con tanti giovani in sala, ha ascoltato questa storia ricolma di amore, violenza e coraggio. Roberto Saviano ha incontrato alcuni studenti della 5 C Audiovisivo dell’ISS Lucrezia della Valle di Cosenza. Carmela De Luca, Emanuel Ferraro, Giovanni Trozzo, Beatrice Vecchio, Sofia Francesca Iuele, hanno posto alcune domande sullo spettacolo, chiedendo anche cosa possa insegnare ai giovani la storia di Rossella. “L’amore di Rossella ha molte ombre… Più volte lei si accorge, o quanto meno intuisce, di stare in una situazione di pericolo ma non si sottrae. Da un lato c’è il coraggio di una donna che vuole amare e, attraverso l’amore, vuole stare al mondo in modo diverso; dall’altro, però, c’è il rischio di amare talmente tanto da non veder bene il pericolo in cui si è finiti. Lei era certa che il capitale amoroso potesse essere sufficiente per cambiare il mondo intorno a lei”. Agli studenti spiega qual è stata la parte più difficile da scrivere e mettere in scena – “ricostruire i dialogati, volevo essere autentico” – e quale messaggio personale intende lasciare: “In genere io non lascio dei messaggi nei miei libri ma delle tracce. Non voglio mai far evadere il mio lettore, lo voglio invadere. Vorrei che questa storia mostrasse tutti i colori possibili del Sentimento. Rossella, a un certo punto del suo percorso, decide di non vivere cinicamente. È la cosa che mi ha sempre molto stupito. Al contrario di me, che vado sempre in protezione, non mi fido, faccio sempre un passo indietro di fronte al sentimento, penso che il mondo mi voglia sempre fregare. Rossella invece non per ingenuità ma per consapevolezza decide di voler guardare alla speranza, alla luce, all’aspetto bello dell’altro. Alla fine, è convinta che tenersi aperti al mondo nutra molto di più che restare in chiusura”.
