Dopo il progetto “SamuJamu” che si è svolto domenica scorsa per le vie del Borgo di Badolato, entra nel vivo la programmazione della rassegna SPAc (South Performing and Acting) ideata e realizzata dal Teatro del Carro, in collaborazione con il Centro di Rilevante Interesse per la Danza Virgilio Sieni, sostenuta e finanziata da MiC / Ministero della Cultura, Regione Calabria / Cultura, e Comune di Badolato, nell’ambito delle attività della Residenza Artisti nei Territori MigraMenti.
Venerdì 21 si torna al Teatro Comunale di Badolato con “Fate i tuoni” diretto da Marco Zordan, una storia di grande speranza, ispirata a fatti realmente accaduti a Badolato, in Calabria, nel 1997, nei giorni dello sbarco della nave Ararat. In scena Antonia Fama e Marco Zordan.
A portare in scena lo spettacolo, nato dall’omonimo romanzo di Michele D’Ignazio che ne ha curato la drammaturgia insieme ad Antonia Fama, è la compagnia Walden che darà voce, sul palco, ai due protagonisti principali della storia: Zaira e Murad.
Murad scappa dalla guerra e cerca una nuova casa, portandosi dietro un piccolo simbolo delle proprie radici. Zaira invece insegue un sogno, qualcosa di importante in cui credere e impegnarsi.
Entrambi sono alla ricerca del loro posto nel mondo. Le storie si alternano, si avvicinano, si sfiorano, si intrecciano, fino al momento emozionante dell’incontro. Ma protagonista di questa storia è anche un piccolo borgo affacciato sul Mediterraneo, che non si arrende a quello che appare un inevitabile svuotamento e vuole tornare a essere “casa” per qualcuno. Con una narrazione sognante condita di giochi di parole, “Fate i tuoni” racconta un’idea di accoglienza e di umanità, in un luogo in cui il futuro ha un cuore antico. A dispetto del più sentito “fate i buoni”, “fate i tuoni” è un incoraggiamento a farsi sentire, a mettersi in gioco in prima persona, a non aspettare, restando solo semplici spettatori. Bisogna fare i tuoni, per allontanare l’indifferenza e seminare poesia.
Sabato 29 novembre, invece, sarà il turno di Ultimi Fuochi Teatro che presenterà “Giuseppe“, liberamente ispirato alle opere di Giuseppe Bonaviri, con drammaturgia di Orazio Condorelli e Alessandro Miele.
Il monologo, portato in scena da Orazio Condorelli, diretto da Alessandro Miele, presenta la figura di un giovane medico, stanco della routine familiare e della vita di provincia, decide di unirsi a una missione spaziale nel tentativo di dare un senso alla propria esistenza. Scoprirà che, anche nella vastità dello spazio, sarà difficile allontanarsi dall’orizzonte dei propri ricordi.
Giuseppe – che sarà replicato il giorno successivo alle ore 18:00 a Cosenza, al Teatro Vuozzo nel quartiere Spirito Santo nell’ambito della sesta edizione di “Voci dal sottosuolo” la rassegna realizzata dal Kollettivo Kontrora in collaborazione con Teatro del Carro – è il punto di arrivo di un percorso di ricerca condotto da Ultimi Fuochi Teatro, gruppo di artisti radicato in Salento, intorno all’opera dello scrittore Giuseppe Bonaviri, nato a Mineo, nel catanese, nel 1924. Nelle sue opere convivono mondo arcaico e mondo moderno, microcosmo e macrocosmo, il piccolo paese e la vastità dello spazio. Nello spettacolo la sua vita e i suoi testi si intrecciano con le voci raccolte in piccoli paesi del Salento, riflessioni ispirate ai temi cari a Bonaviri: memoria, sogno, natura, identità, tempo.
Entrambi gli spettacoli avranno inizio alle ore 21:15.
