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XX Festival d’autunno, domenica al Chiostro del San Giovanni la compagnia siciliana Ocram Dance Movement in scena con il trittico dedicato all’amore “A-Mors”

È tempo di danza per il XX Festival d’autunno. Dopo i riusciti prologhi con il concerto di Gonzalo Rubalcaba, lo scorso 8 settembre al Chiostro dell’Osservanza e quello di venerdì sera con il pianista emozionale Renzo Anzovino, il XX Festival d’autunno ha inaugurato ieri sera la mostra itinerante “20 anni di Festival d’autunno”, ideata dal suo direttore artistico Antonietta Santacroce, realizzata insieme all’Accademia di Belle Arti cittadina, che si snoda lungo tutto corso Mazzini dal complesso monumentale San Giovanni fino al Teatro Politeama:  al taglio del nastro e alla prima visita delle 26 vetrine delle attività commerciali che ospitano fotografie delle passate edizioni del Festival, a cura dello Studio fotografico Salvatore Monteverde, e alcune opere dell’Aba, vivacizzati dall’energia musicale della street band Ottopiù, hanno preso parte oltre al direttore Santacroce, il sindaco Nicola Fiorita, il suo vice Giusy Iemma, l’assessore al Turismo Antonio Borelli, il direttore dell’Aba Virgilio Piccari, il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro Crotone e Vibo Valentia Pietro Falbo. Adesso, come dicevamo, il Festival è pronto ad entrare nel vivo della sua programmazione al Complesso monumentale San Giovanni con la danza contemporanea.

Ad andare in scena, domenica 17 settembre alle ore 21, sarà la giovane compagnia siciliana Ocram Dance Movement, diretta da Marco Laudani e Claudio Scalia. I catanesi di Ocram presenteranno per il pubblico del Festival un trittico, dal titolo “A-Mors”, dedicato all’amore in alcune sue forme. Tre quadri presentati: “Amuninni”, “Africa” e “Artificio”, tre modi diversi di amare e amarsi. Infedele, spietato e ingenuo il sentimento del primo quadro, “Amuninni” firmato da Laudani con musiche di Ada Milea, che si avvale del testo di Umberto Galimberti per descrivere l’amore come forma di possesso che arresta la nostra crescita. Spirituale e sacro il legame che avvolge gli interpreti della seconda creazione – “Africa”, di Scalia, con musiche di Jaap Blonk e Nikolaj Bjerre -, un rituale fatto di gesti e simboli che seducono e ammaliano. Fisico, adolescenziale ed esplosivo il terzo quadro, “Artificio” di Laudani – su progetto sonoro di Michele Piccolo e Massimo Lievore, e altre musiche di Sergei Prokofiev -, che si serve della metafora dei fuochi d’artificio per descrivere la fasi di un amore vissuto e compiuto. Tutti e tre i quadri sono prodotti da Ocram Dance Movement in collaborazione con Scenario Pubblico Centro Di Rilevante Interesse Nazionale.

«La ricerca dell’amore è eccitante, la sua perdita è estenuante, ma è nell’amore vissuto e consumato che dimora il godimento umano, il resto è un contorno che arricchisce o depaupera – spiegano i due autori e coreografi, Laudani e Scalia -. A-mors, senza morte, a sottolineare l’intensità senza fine di questo sentimento che implica un legame eterno, che dura nel tempo, che si trasforma nella forma ma non nella sostanza».

In scena per il XX Festival d’autunno che, lo ricordiamo, è realizzato dall’associazione Donne in arte con il supporto di Mic, Por Calabria Fesr Fse, Calabria Straordinaria, in collaborazione con Fondazione Carical e i Comuni di Catanzaro, Montauro, Soverato, Tropea e Santa Caterina, ci saranno i ballerini Rachele Pascale, lo stesso Claudio Scalia, Rebecca Bendinelli, Nunzio Saporito, Paola Tosto e Ismaele Buonvenga.

«La danza contemporanea va oltre i confini delle tecniche tradizionali – ha avuto modo di affermato il direttore artistico del Festival d’autunno Antonietta Santacroce -. È un genere che incoraggia la sperimentazione e l’innovazione, temi cari al Festival d’autunno che da sempre ha riservato spazi e occasioni per lavori insoliti, nuovi. Questa volta lo fa con una giovane compagnia  del Sud, che rappresenta un importante esempio di come la danza anche a queste latitudini possa essere un’opportunità per i talenti di emergere e di esprimere loro stessi, artisticamente».

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