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Calabria al Bivio: Dimissioni, Paralisi e la Sfida delle Urne. Occhiuto lascia ma non molla, la Regione attende

di Nicola Santostefano* – La Calabria si trova nuovamente a un bivio politico e istituzionale. Le dimissioni del presidente Roberto Occhiuto, annunciate a sorpresa il 31 luglio 2025, hanno innescato una crisi che va ben oltre le aule del Consiglio regionale, paralizzando una macchina amministrativa già fragile e gettando un’ombra di incertezza sul futuro della regione. Mentre si attende la data ufficiale per le elezioni anticipate, previste per metà ottobre, la vera posta in gioco non è solo la scelta di un nuovo governatore, ma la capacità di sbloccare un sistema al collasso.

Le Dimissioni: “Nessuno Firma Più Niente”

La decisione di Occhiuto è maturata in seguito alla notifica di un avviso di garanzia per corruzione da parte della Procura di Catanzaro. Pur ribadendo la sua estraneità ai fatti, il presidente dimissionario ha descritto uno scenario di stallo insostenibile: “Nessuno si assume la responsabilità di firmare niente”. In un video messaggio, ha spiegato che l’inchiesta ha di fatto bloccato l’azione di governo, rendendo impossibile proseguire. Con un gesto tanto drastico quanto calcolato, ha rimesso il mandato nelle mani degli elettori, annunciando la sua intenzione di ricandidarsi: “Saranno i calabresi a decidere se questo lavoro deve proseguire”.

Le dimissioni volontarie del Presidente, secondo lo Statuto della Regione Calabria, comportano lo scioglimento automatico del Consiglio e la decadenza dell’intera Giunta, aprendo la strada a nuove elezioni per rinnovare entrambe le cariche.

La “Paura della Firma”: Una Regione in Apnea

Il grido d’allarme di Occhiuto ha messo a nudo una patologia profonda e strutturale dell’amministrazione calabrese: la “paura della firma”. Funzionari e dirigenti, terrorizzati da possibili ripercussioni legali, evitano di assumersi responsabilità, bloccando appalti, cantieri e atti pubblici essenziali.

Questa paralisi è aggravata da una carenza cronica di personale dirigente. Un recente rapporto del sindacato CSA-Cisal ha dipinto un quadro desolante: su 113 settori regionali, ben 65 sono privi di un dirigente titolare. Molti incarichi sono gestiti in reggenza o ad interim, senza pieni poteri decisionali. I dipartimenti più strategici, come Sanità, Agricoltura e Lavori Pubblici, versano in uno stato di semi-abbandono, con settori chiave scoperti. Questo clima di sfiducia è alimentato anche dalla prassi di escludere i dirigenti interni dalle nomine apicali, preferendo figure esterne scelte con criteri fiduciari dalla politica, creando demotivazione e risentimento.

La Posta in Gioco: il Rischio dello Spoil System

Con le nuove elezioni, la posta in gioco si alza. Il prossimo Presidente della Regione non solo guiderà l’esecutivo, ma avrà il potere di ridisegnare la mappa dei vertici amministrativi. La normativa regionale e la giurisprudenza consolidata, infatti, riconoscono la natura fiduciaria degli incarichi di dirigente generale dei Dipartimenti. Si tratta di posizioni apicali, il cui conferimento e la cui revoca sono strettamente legati all’indirizzo politico della Giunta, secondo il noto meccanismo dello spoil system.

La Corte di Cassazione ha più volte confermato che, per questi ruoli di vertice, la nomina avviene con ampia discrezionalità da parte dell’organo politico, anche a seguito di procedure selettive che non prevedono graduatorie vincolanti. Di conseguenza, un cambio di governo legittima la revoca degli incarichi precedenti e la nomina di nuovi dirigenti considerati più in linea con il nuovo programma politico. Se da un lato questo garantisce coerenza tra indirizzo politico e azione amministrativa, dall’altro rischia di alimentare l’instabilità e di subordinare la competenza tecnica alla lealtà politica, un tema particolarmente sensibile nel contesto calabrese. La Corte costituzionale ha peraltro già censurato in passato applicazioni indiscriminate di tale meccanismo a figure non apicali, a tutela dei principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione.

Verso le Urne: Riforme o Immobilismo?

Mentre la politica si prepara alla campagna elettorale, la vera sfida per la Calabria sarà affrontare i problemi strutturali che ne frenano lo sviluppo. Le proposte di riforma non mancano: una rotazione trasparente e funzionale dei dirigenti, la valorizzazione delle professionalità interne, l’introduzione di sistemi di “firma condivisa” per distribuire le responsabilità e una digitalizzazione totale per garantire trasparenza e monitoraggio.

Una Proposta di Riforma Radicale: l’Agenda per il Prossimo Governatore

Di fronte a questo quadro, emerge con forza la necessità di una riforma strutturale che vada oltre la semplice sostituzione di persone. Circola negli ambienti tecnici e politici una proposta organica e radicale, pensata per garantire efficienza, trasparenza e responsabilità, i cui punti chiave costituiscono una vera e propria agenda per chiunque aspiri a governare la Calabria.

  • Architettura Organizzativa Semplificata: Ridisegnare la macchina regionale su tre livelli chiari: una Direzione Generale per il coordinamento strategico, composta da dirigenti di ruolo con esperienza decennale selezionati per concorso; Settori Tematici per l’attuazione delle politiche, guidati da un dirigente responsabile affiancato da un comitato tecnico; Unità Operative multidisciplinari con obiettivi misurabili e revisione trimestrale.
  • Sistema di Firma Condivisa e Tracciabile: Introdurre una piattaforma digitale dove ogni atto è tracciato e validato a più livelli. Gli atti strategici richiederebbero una firma multipla (almeno due dirigenti) e la validazione di un comitato etico-amministrativo. In caso di rifiuto alla firma, il dirigente sarebbe tenuto a motivare pubblicamente la sua decisione entro 48 ore.
  • Valutazione Continua e Merito: I dirigenti verrebbero valutati su parametri oggettivi: tempi di risposta, numero di atti firmati e qualità delle decisioni (verificata da audit esterni). Ai migliori andrebbero premi di produttività e formazione avanzata; per i peggiori, rotazione forzata o esclusione da incarichi apicali. È prevista una rotazione obbligatoria ogni tre anni per tutti i dirigenti.
  • Trasparenza Totale e Controllo dei Cittadini: Creazione di un Comitato di Trasparenza composto da cittadini sorteggiati, accademici e membri del Consiglio, con il compito di monitorare l’operato dei dirigenti. Tutti gli atti, le nomine e le valutazioni sarebbero pubblici e consultabili su un cruscotto digitale accessibile a ogni cittadino.
  • Protezione Legale e Responsabilità Distribuita: Istituire un fondo regionale di assistenza legale per i dirigenti, attivabile solo se le procedure sono state rispettate. Le decisioni più complesse verrebbero prese da gruppi di lavoro con verbali pubblici, distribuendo la responsabilità e riducendo la pressione sul singolo.

Le elezioni di ottobre non saranno, quindi, solo una competizione tra candidati, ma un referendum sul futuro stesso della regione: scegliere se continuare a navigare a vista in un mare di immobilismo o avere il coraggio di avviare una riforma radicale della propria macchina amministrativa, per restituire finalmente fiducia ai cittadini e un futuro alla Calabria.

*Avvocato

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