Il direttore sanitario del Distretto Tirrenico dell'Asp di Reggio Calabria era un uomo dei Piromalli

REGGIO-ASPdi Claudio Cordova - Salvatore Barillaro, Direttore Sanitario del Distretto Tirrenico dell'Asp di Reggio Calabria, strettamente legato alla potente cosca Piromalli di Gioia Tauro attraverso i medici Tripodi, che da anni spadroneggiano nella sanità reggina. Anche attraverso la sua figura, lo storico casato di 'ndrangheta sarebbe riuscito a interferire pesantemente su forniture e nomine nel mondo sanitario. Secondo l'inchiesta "Chirone", curata dalla Dda di Reggio Calabria, Barillaro avrebbe ottenuto l'importante incarico fornendo in cambio il pieno controllo del settore sanitario alla cosca, così da implementare la propria forza in un ambito strategico

L'indagato, perfettamente consapevole della caratura criminale di Fabiano Tripodi, con cui interloquisce, avrebbe ratificato le nomine imposte dai referenti mafiosi, avallato scelte di trasferimento di dipendenti e pianificato le operazioni di liquidazione dei mandati di pagamento, in via preferenziale rispetto ad altre aziende del settore, con la piena consapevolezza che tali condotte erano protese a rafforzare il sodalizio mafioso, in quanto le prestazioni illecite offerte richiedono un grado di fiducia di particolare rilievo, così dimostrando una totale ed incondizionata messa a disposizione della propria attività professionale al servizio della cosca.

Barillaro, in definitiva, soggetto non intraneo alla cosca, avrebbe fornito all'associazione mafiosa in argomento, strumentalizzando il suo ruolo di Direttore Sanitario del Distretto Tirrenico dell'ASP reggina, un contributo concreto, specifico e consapevole alla conservazione e al rafforzamento delle capacità operative e finanziarie del sodalizio, rappresentandosi, nella forma del dolo diretto, tale evento quale conseguenza della sua condotta, considerato che senza il suo ausilio non sarebbe stato possibile il controllo del settore sanitario.

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E' soprattutto il pentito Marcello Fondacaro, medico, a tratteggiare la figura di Barillaro come assai vicina alle cosche.

Fondacaro ha dichiarato che Barillaro è in rapporti con Franco Tripodi, esponente dei Piromalli; che, nel corso di un incontro avuto con il Barillaro, questi gli ha parlato della sua pregressa esperienza lavorativa a Milano, ove si è trasferito per conoscere, come dallo stesso asserito, il sistema "mafia-sanità"; che Barillaro ha ammesso candidamente che "non occupava il posto per la gloria", ma che è referente della cosca Piromalli, di cui segue le direttive; che ha determinato la chiusura di Villa Bianca, gestita dal Fondacaro, e l'acquisizione della stessa da parte di una cordata imprenditoriale legata alla 'ndrangheta; che, in cambio del contributo offerto alla cosca, ha ottenuto avanzamenti professionali e contributi economici, tanto che la costruzione della propria villa a Gallico è stata effettuata con denaro e con materiali elargiti dalla famiglia Tripodi, nello specifico da Fabiano, che, all'epoca, aveva un'impresa edile: "Barillaro è vicino alle cosche della jonica e ha rapporti con Franco Tripodi che rappresenta la famiglia Piromalli" afferma Fondacaro.

Il dirigente dell'Asp, infatti, è proprio originario della fascia jonica della provincia reggina: "Barillaro mi disse poi che aveva costruito una villa nella zona di Reggio, i cui materiali (o il loro valore economico) sono stati avuti da soggetti che avevano avuto 'favori" nella fase della procedura del pre-accreditamento delle strutture sanitarie. Nella circostanza, mi disse che aveva avuto indicazioni dai parenti della jonica di favorire i Piromalli-Molè".

Una vicinanza che, a detta di Fondacaro, Barillaro non avrebbe mai nascosto: "Barillaro mi diceva "io non sono qui per la gloria". Alla scarcerazione, mi recai da Barillaro per parlare chiedendo le motivazioni della chiusura della mia attività. Barillaro mi disse "La mafia sanità ha deciso così". Incontrai ancora Barillaro nell'anno 2016 e lo stesso ricopriva in quel periodo la carica di Direttore Sanitario dell 'Asp. Gli feci gli auguri e lo stesso mi disse la sua nomina era dovuta ancora una volta ai Tripodi e quindi ai Piromalli".