Morte Lorenzo Parelli e alternanza scuola-lavoro: a Cosenza la buona gioventù combatte per la vita e per i propri diritti: “Lorenzo è vivo, e lotta insieme a noi!” [FOTOGALLERY]

Protesta studenti Cosenza 5di Roberta Mazzuca - Si sono svolte oggi, in tutto il territorio nazionale, le manifestazioni organizzate dagli studenti per protestare contro l'ingiusta e tragica morte di Lorenzo Parelli, il diciottenne morto in provincia di Udine travolto da una putrella in acciaio nel suo ultimo giorno di tirocinio. Un incidente, se così può essere impropriamente definito, sul quale si è aperta un'inchiesta, che punterà ad accertare le responsabilità dell'azienda Burimec Srl ma che, nel frattempo, ha sollevato il disappunto di tutti gli studenti italiani, che chiedono maggiori garanzie nel loro percorso scolastico e lavorativo, indignandosi profondamente per una morte tanto terribile quanto immotivata.

Il grido di protesta arriva fino in Calabria, dove anche gli studenti della città di Cosenza hanno voluto urlare tutta la rabbia e il rammarico per la morte del loro coetaneo, ma anche per la totale indifferenza riservata loro dalle istituzioni che, dicono i ragazzi, non danno alla formazione scolastica e lavorativa una giusta e dovuta considerazione. "Gli studenti sono incazzati oggi perché, una settimana fa, Lorenzo, che poteva essere un nostro compagno di classe o di scuola, ha perso la vita a Udine, lavorando in uno stage di alternanza scuola-lavoro. Noi non possiamo più accettare tutto questo" - grida uno di loro. E continua, appellandosi alle istituzioni e alla gestione di un sistema che, chiaramente, non funziona come dovrebbe: "Ci mandano a scuola, ma scuola oggi significa focolaio covid, significa aumento dei contagi, significa nessun distanziamento. Come prima del covid, anche ora ci sono pullman strapieni, nei quali addirittura piove dentro. Questa non è istruzione, non è scuola da paese civile".

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Così, al grido di "Lorenzo è vivo, e lotta insieme a noi! Le nostre idee non moriranno mai!", i ragazzi si radunano presso Piazza Loreto, per poi proseguire la manifestazione a Piazza Kennedy. Per fare questo, bloccano le strade e il passaggio delle auto, e qui, tra urla e cartelloni di protesta, si sente una signora esclamare: "Andate a studiare, ignoranti!". Gli studenti non ci fanno caso, e proseguono la loro giusta lotta, una generazione tacciata sempre come superficiale, priva di pensieri, priva di azioni. Eppure, una generazione che oggi dimostra ancora di avere valori, convinzioni, principi per i quali combattere e che, nonostante questo, viene ancora apostrofata da alcuni con termini simili, seppur in un momento in cui i ragazzi dovrebbero essere sostenuti e appoggiati da quel mondo adulto, responsabile anch'esso di simili tragedie e della superficialità di cui spesso proprio i giovani vengono accusati.

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La tragica morte di Lorenzo ha aperto, quindi, oltre che un cratere di devastazione e rabbia tra gli studenti, anche una profonda riflessione su un sistema, quello dell'alternanza scuola-lavoro, che andrebbe forse rivisitato e migliorato e che, ad oggi, si presenta come un contenitore di pericolo e scarse garanzie più che come un'opportunità di crescita professionale. Questo, almeno, quello che lamentano coloro che quel sistema lo vivono sulla loro pelle. "Il sistema alternanza scuola-lavoro è sbagliato, non insegna niente - afferma una studentessa – mette soltanto noi ragazzi al servizio dei padroni, che ci sfruttano facendoci lavorare gratuitamente nelle loro fabbriche, mettendoci anche in condizioni di pericolo perché queste aziende non sono assolutamente a norma, sono gli stessi posti che producono, in media, quattro morti sul lavoro al giorno". L'assurda morte di Lorenzo dà, forse, loro ragione. Lo diranno le indagini, che chiariranno la dinamica dell'accaduto e, si spera, apriranno tra le istituzioni un dibattito che possa portare a una situazione in cui nessun ragazzo che eserciti semplicemente il proprio diritto a crearsi un futuro e una professione debba vedere i propri sogni e la propria vita drammaticamente spegnersi.