Cosenza, concluso 4° Convegno Nazionale di Neonatologia

Si è concluso il 4° Convegno Nazionale di Neonatologia "Città di Alarico", voluto e promosso dal dr Gianfranco Scarpelli, Responsabile Scientifico dell'assise e direttore del Dipartimento Materno-Infantile e della UOC di Neonatologia dell'Ospedale Annunziata di Cosenza.

Una maratona di due giorni, nel corso della quale sono state affrontate le tematiche legate alla gestione del percorso materno infantile, sia dal punto di vista medico che chirurgico.

A confronto neonatologi, chirurghi pediatrici, pediatri, ostetriche, infermieri e farmacisti. Presenti i maggiori esponenti della Neonatologia italiana: Luigi Orfeo, presidente della Società Italiana di Neonatologia e Direttore della UO di Terapia Intensiva Neonatale del Fatebenefratelli di Roma, Fabio Mosca, past presidente della SIN e direttore della UOC di Neonatologia del Policlinico di Milano, Giovanna Riccipetitoni direttore della UOC di Chirurgia Pediatrica del San Matteo di Pavia, Piermichele Paolillo, direttore della UOC di Neonatologia del Policlinico Casilino, Eloisa Gitto direttore della UOC di Patologia e TIN del Policlinico "G. Martino" di Messina, Carlo Dani direttore della UOC di Neonatologia e TIN dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze, Maria Luisa Ventura direttore della UOC di Neonatologia dell'Ospedale San Gerardo di Monza, Maria Lucente presidente della SI Calabria e direttore della UOC Neonatologia e TIN del "Pugliese Ciacco" di Catanzaro, Rino Agostiniani, vicepresidente della Società Italina di Pediatria e direttore dell' Area Pediatria e Neonatologia dell'Asl Toscana Centro, Fawzi Shweiki, direttore della UOC Chirurgia Pediatrica dell'Annunziata di Cosenza, Francesco Amato, coordinatore del Tavolo tecnico ministeriale sulla Terapia del Dolore e direttore del Dipartimento Oncoematologico e della UOC Terapia del Dolore dell'Annunziata, Luca Maggio direttore UOC Neonatologia Ospedale San Camillo di Roma, Michele Salata responsabile delle Cure Palliative Padiatriche del Bambin Gesù di Roma, Paolo Tagliabue, direttore del Dipartimento Materno infantile del San Gerardo di Monza, Francesca Gallini, docente universitaria e responsabile del servizio follow-up del Policlinico Gemelli d Roma, Cinzia Auriti responsabile TIN ospedale Bambin Gesù di Roma.

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Quattro sessioni tematiche con relative discussioni, di cui una infermieristica – moderatrici, Carla Catania responsabile del SITRA e Tiziana Roberti coordinatrice infermieristica Annunziata di Cosenza - dedicata specificatamente alle tematiche connesse con l'assistenza e la gestione neonatale e pediatrica dei piccoli pazienti.

Sedici relazioni, tra le quali la Lettura magistrale del presidente della SIN, Luigi Orfeo dal titolo "L'Italia non è un paese per culle" dedicata al fenomeno della denatalità e focus dedicati alle strategie di ventilazione, alle uropatie malformative, alla nutrizione dei prematuri e alle cure palliative in età pediatrica.

Tra gli interventi, una relazione dedicata all'importanza dell'allattamento al seno, soprattutto per i neonati prematuri e all'organizzazione della Banca del latte umano donato, unica Banca riconosciuta dalla Regione Calabria che ha sede nell' Ospedale dell'Annunziata. La responsabile, Maria Pia Galasso, ha illustrato l'attività di raccolta, di controllo, trattamento e conservazione del latte materno e ha sottolineato l'esigenza di rilanciare il servizio, dopo la contrazione subita nel periodo pandemico.

Particolare attenzione è stata rivolta alle cure palliative in età pediatrica, relatore Michele Salata. Si stima che in Italia 35 mila bambini siano eleggibili per le cure palliative: solo il 10% riceve assistenza.

"Il sistema sanitario nazionale – ha dichiarato il dr Francesco Amato, moderatore della sessione dedicata – non può non farsi carico del dolore dei bambini. In Calabria, si stima che circa 350 bambini ogni anno, necessitano di accedere alle cure palliative pediatriche e il dato è in crescita. Ci stiamo apprestando, come Azienda Ospedaliera, ad aprire 4 posti di degenza per cure palliative pediatriche. È un percorso necessario che risponde anche all'esigenza di allineamento, con la normativa in vigore e con quanto avviene in Europa e nel resto d'Italia".

Soddisfatto della qualificata partecipazione e del livello degli interventi e del dibattito, il Responsabile Scientifico del Convegno Nazionale di Neonatologia, Gianfranco Scarpelli che ha evidenziato "l'importanza di momenti di confronto con le neonatologie delle altre regioni, in un momento storico-sociale particolarmente delicato, per l'organizzazione della rete materno-infantile di assistenza e cura".

"L'Italia - ha proseguito Scarpelli - sta attraversando il cosiddetto "INVERNO DEMOGRAFICO", essendo tra i Paesi che fa meno figli al mondo, meno anche rispetto agli anni difficili della prima e Seconda guerra mondiale. Una questione non solo demografica, ma principalmente sociale ed economica, causata dalla mancanza di politiche a sostegno della famiglia e delle donne-madri. Questa tendenza riconosce molteplici cause con radici profonde che manterranno per molto tempo tale andamento in riduzione della natalità. Sicuramente svolgono un ruolo essenziale i fattori sociali ed economici specie nelle regioni del Sud, ma anche va sottolineata la diminuzione del numero di individui in età riproduttiva (un milione di donne in età fertile in meno, dal 2008 al 2016).

"La denatalità associata ad una riduzione significativa del numero dei professionisti specialisti nell'Area Materno-Infantile specie pediatri/neonatologi richiede per il prossimo futuro, una revisione organizzativa di tutto il Percorso Nascita anche in Calabria, al fine di evitare che vengano messi in discussione i fondamenti stessi dell'assistenza universalistica".

"Al fine di ottenere risultati assistenziali coerenti con il potenziale disponibile – prosegue il direttore del Dipartimento Materno-infantile dell'Annunziata - occorre concentrare la casistica complessa per consentire ai professionisti l'acquisizione di esperienze sufficienti. Infatti, adeguati volumi di attività sono il presupposto per buoni risultati clinici e per fra fronte alle innumerevoli complessità tecniche ed organizzative del nostro tempo.

La presa in carico del paziente è una modalità assistenziale ormai imprescindibile, ma che esige e si realizza unicamente con risorse adeguate. Un punto importante per il futuro dell'Area Materno Infantile riguarda la necessità di condividere con utenti e organi istituzionali politici e sociali, passando dal mondo dei professionisti, il principio e le modalità organizzative finalizzate ad una razionalizzazione delle strutture sanitarie e ad individuare la migliore risposta terapeutica ed assistenziale nell'esclusivo interesse dei pazienti e rispettando quelle che sono le soglie minime di intensità e complessità per garantire la massima sicurezza".

"Solo in questo modo – ha concluso Scarpelli - si riuscirà finalmente a ridurre l'elevata mortalità neonatale ancora esistente nella regione Calabria pur tenendo conto del fatto che, su questi dati di mortalità, un ruolo importante è stato evidenziato, essere svolto dalle diverse condizioni socioeconomiche, tra le regioni del Nord e quelle del Sud.