"Mi serve una botta di vita...". La lettera del vescovo di Cassano allo Ionio agli studenti

"Mi serve una botta di vita Ci vuole un'azione che riapra la partita Mi ci vuole quello che ci vuole, quello che ci vuole E un calcio e ripartire, ripartire Quant'è bella l'allegria, devo ricordarmelo..." In una lettera inviata agli studenti di ogni ordine e grado della diocesi, il vescovo di Cassano All'Jonio, mons. Francesco Savino, cita Gianni Morandi e Jovanotti: "carissime ragazze, carissimi ragazzi, sono nuovamente qui, come ogni anno – scrive il presule -, ad augurarvi di cuore un nuovo inizio e questa volta con ancor più energia, perché, per quanto in salita, questo è l'anno della ripartita. La pandemia – ricorda -, ha evocato in molti di noi paure antiche o ne ha provocato di nuove e lo smarrimento un po' la fa da padrone, soprattutto nella vostra età di grandi cambiamenti. Vi consegno tre imperativi esortativi: non arrendetevi al nulla, cercate, guardate. Non arrendetevi al nulla che vi vorrebbe ripiegati sulle vostre insicurezze nelle vostre comode stanzette, in ritirata dalla bellezza della vita, dalla libertà faticosa della conoscenza, dalla molteplicità delle domande. "Il più alto grado di conoscenza è contemplare il perché. Porsi delle domande è l'inizio del percorso verso la saggezza" (Socrate). E Socrate se ne intendeva, come Steve Jobs che nel memorabile discorso all'Università di Stanford del 12 giugno 2005 (andate a rileggerlo) ha ripetuto con forza "Stay Hungry. Stay Foolish - Siate Affamati, siate Folli". Chi domanda, chi mette in moto la curiosità non può più avere paura, perché si proietta fuori dal suo orticello, incontra l'Altro attraverso gli altri, osa. Insieme con i vostri docenti non potete e non dovete aver paura, anzi siate pungolo anche per loro, affinchè questo diventi l'anno del riscatto. Cercate. Trasformate la sfida mortale di questo tempo in un'opportunità di ricostruzione di un mondo che voi stessi, ad oggi, non riconoscete più a vostra misura. Ancora Jobs "E l'unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l'avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre migliore mano a mano che gli anni passano. Perciò, continuate a cercare sino a che non lo avrete trovato. Non vi accontentate." Come è possibile? Guarndando. Guardate coloro che in famiglia o nella scuola o nelle parrocchie o nel vasto mondo della musica che tanto vi attrae, nello sport, sono esempi positivi di ripresa, di coraggio, che non si lasciano 3 limitare dalle difficoltà o dalle cadute, ma che sempre risorgono più forti di prima, perché è la vita stessa che lo richiede. La vita chiama la vita. Non lasciatevi sedurre dalle sirene del facile piacere, o dalle cupe proposte che spesso in internet vi intercettano per portarvi allo scoraggiamento o alla depressione, facendovi credere di farlo per il vostro bene, dato che per nulla vale il sacrificio del vostro io.

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Voi siete un valore, il valore del nuovo mondo che solo voi potete costruire, attraverso la vostra dedizione e la vostra intelligenza, proiettandovi creativamente in una dimensione che avrà caratteristiche e forme totalmente nuove rispetto a ciò che vi abbiamo tramandato. Non illudiamoci. Il vostro quest'anno sarà ancora un anno incerto e faticoso, ma con le premesse che vi ho ricordato non potrà essere nè inutile né senza senso. E se saremo insieme avremo meno timore, tutti. Cosa ci può aiutare? La grazia di un incontro. "Occorre un imprevisto" direbbe Montale, e il mio dialogare con voi già lo è. L'imprevisto che ha cambiato la mia vita, è stato Gesù. Mi ha fatto innamorare dell'umanità – ha concluso -, mi ha fatto amare il presente, mi ha risignificato il passato e mi ha consegnato la speranza del futuro. Se avrete desiderio di incontrarmi, invitatemi. Io ci sarò.