Inchiesta Archimede, le GCIL Cosentine: "Operazione apre numerosi quesiti a cui serve risposta"

"Non siamo mai contenti quando si arresta qualcuno ma l'inchiesta della procura di Paola, è decisamente eloquente". È quanto si legge in una nota delle CGIL di Paola, Amantea e Cosenza, a proposito dell'inchiesta Archimede.

"La nuova inchiesta della procura di Paola, denominata Archimede, punta a fare luce sulla depurazione della zona del litorale dell'alto Tirreno cosentino e ha portato in tutto a diciassette indagati. Da garantisti - continuano - speriamo che tutte le persone coinvolte possano dimostrare la loro estraneità ai fatti. Un dato, però, è certo: nel sistema della depurazione vi sono parecchie zone d'ombra".

"Il momento è adesso. Adesso bisogna recuperare il tempo perso e agire con celerità. I soldi stanziati per ripristinare i depuratori vanno spesi, non ci sono più scuse. Le rassicurazioni di alcuni amministratori e di alcuni politici non sono più tollerabili".

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"Questa è una terra che ha bisogno di risposte certe e concrete. Se qualcuno pensa che tutto si può nascondere si sbaglia di grosso. Le associazioni, i liberi cittadini, il sindacato daranno battaglia su questo tema. Per quanto ci riguarda, sosterremo tutte le iniziative che andranno in questa direzione. Inoltre, occorre chiedere al governo regionale, lo stato di attuazione dei progetti - si legge ancora nella nota - e degli interventi che si vorranno fare. Non bastano conferenze stampa elusive e di parte. Questa giunta regionale al pari di quella che l'ha preceduta non ha fatto nulla. I ritardi sono evidenti. Per smuovere il sistema è dovuta intervenire la procura. Basta spot da campagna elettorale. Alcuni depuratori non funzionano, le bonifiche tardano ad arrivare, e anche quest'anno non avremo (saremmo felici di poterci ricredere) un mare pulito. Si capisce quanto questo può influire sul turismo e sulla economia di un territorio".