Cosenza, il vicesindaco Caruso replica all'ex sottosegretario Orrico: “Amministrazione comunale pronta per l'attuazione del contratto di sviluppo”

"Il Comune di Cosenza sta provvedendo in queste ore ad inoltrare l'ulteriore documentazione richiesta dall'Autorità di gestione del Ministero dei Beni Culturali per dare attuazione al Contratto istituzionale di sviluppo per il Centro storico (CIS)". Ad affermarlo è il Vicesindaco e Assessore alla riqualificazione urbana di Palazzo dei Bruzi Francesco Caruso, in una nota nella quale risponde all'intervento, ripreso oggi sulla stampa, dell'ex sottosegretario ai beni culturali, Anna Laura Orrico.

"E' paradossale – sottolinea Caruso nella sua risposta – che proprio l'ex sottosegretario Orrico che ha impiegato cinque mesi dalla stipula del CIS per raccogliere le firme dei ministeri competenti, possa parlare di ritardi. Cinque mesi nei quali, nonostante i numerosi solleciti da parte del Comune, nessun segnale di avvio è stato dato dall'Autorità di gestione, neanche delle attività propedeutiche che si sarebbero potute espletare nelle more del perfezionamento formale del contratto. Quella dell'ex sottosegretario Orrico, pertanto – sottolinea ancora il Vicesindaco Caruso - ha tutta l'aria di essere una sortita preelettorale e non, come su vuole far credere, una premura finalizzata a garantire la piena attuazione del CIS. Se proprio ad un ritardo si vuole far cenno – prosegue Caruso – bisognerebbe richiamare alla memoria quello provocato dalla sua parte politica, sin da quando al vertice del Ministero ai Beni culturali c'era il Ministro Alberto Bonisoli. Sin da allora furono messe in atto delle azioni ostruzionistiche, se non di boicottaggio vero e proprio, che alla fine hanno finito con il generare, quelli sì, ritardi che hanno finito con il penalizzare i cittadini.

"Purtroppo – prosegue Caruso - a fare le spese di una simile condotta ostruzionistica è stato l'intero impianto della strategia messa in campo e all'epoca approvata dal Ministero per il recupero e la valorizzazione del Centro Storico. Quello presentato dal Comune di Cosenza – precisa il Vicesindaco Caruso - era, infatti, un progetto unitario generato da una visione strategica e complessiva attraverso un approccio multidisciplinare. Si intendeva attuare una seconda fase nel corso della quale si sarebbe dovuto recuperare il patrimonio privato per rivitalizzare quella porzione di territorio urbano, andando a contrastare le criticità maggiormente avvertite dagli occupanti, come il rischio sismico e il rischio crollo connesso alla fatiscenza degli edifici privati, spesso abbandonati. Per queste ragioni – afferma ancora il Vicesindaco Caruso - l'Amministrazione comunale aveva predisposto un piano di interventi atti a rendere nuovamente appetibile la residenza nel Centro storico e a facilitare l'apporto di nuove funzioni. Allo stesso modo il recupero e la riqualificazione degli edifici sarebbero dovuti servire a sperimentare modelli innovativi abitativi e sociali a favore di un mix integrato di destinatari (studenti, giovani coppie, turisti). Sapendo che i fondi pubblici non possono essere spesi su immobili di proprietà privata si era anche aggirato l'ostacolo, prevedendo di espropriare gli edifici privati degradati (un'acquisizione a costi contenuti, in forza del mancato adempimento da parte dei proprietari alle ordinanze sindacali di messa in sicurezza). Peraltro, la non ammissibilità, rispetto alle fonti finanziarie del CIPE, delle spese per espropri è una discriminante imposta, come elemento novativo del procedimento, dall'autorità di Gestione, ma non trova fondamento in alcun atto, a partire dalla delibera CIPE.

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"E' ovvio che, nel faticoso riavvio del procedimento, un'ulteriore disputa sulla strategia avrebbe definitivamente pregiudicato l'intero finanziamento. Per completezza di informazioni va detto, inoltre, - aggiunge Caruso nella replica all'ex sottosegretario Orrico – che l'ulteriore documentazione richiesta dall'Autorità di gestione deve ritenersi per molti aspetti sovrabbondante: un ulteriore onere che si è voluto far gravare sul Comune e che appesantisce e complica le procedure, anziché snellirle. Tutto ciò, in un quadro in cui tutti i decreti vanno nella direzione di uno snellimento e verso una semplificazione delle procedure. Così come appare sopravvalutato il ruolo affidato ad Invitalia, come soggetto attuatore che dovrebbe svolgere un'attività di supporto all'Ente, ma che, di fatto, si è soltanto posta in attesa di atti e documenti. L'Amministrazione comunale è pronta per l'attuazione del contratto di sviluppo. Tuttavia, quando abbiamo chiesto all'Autorità di gestione di poter impegnare somme a valere sul finanziamento CIS, l'organismo ci ha negato tale possibilità. Eppure, in forza dei decreti semplificazione, avremmo potuto agevolmente affidare le procedure".