Ex ospedale di Cariati (Cs), Furgiuele (Lega): “Politica dia risposte”

"La politica dia risposte concrete e immediate a Cariati e ad un comprensorio che merita rispetto. La perdurante chiusura dell'ospedale cariatese e' una intollerabile lesione al diritto alla salute costituzionalmente garantito. Non possiamo lasciare ai soli commissari alla sanita', che hanno prodotto solo disastri negli ultimi 11 anni, il compito di assicurare i giusti livelli di assistenza e di cure ai cittadini". Lo afferma il deputato della Lega Domenico Furgiule che assieme al consigliere regionale del partito Pietro Raso ha visita la struttura ospedaliera di Cariati.

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"L'ho detto in una mia denuncia in Parlamento qualche giorno fa - prosegue Furgiuele - e l'ho ribadito oggi, insieme all'amico consigliere regionale Pietro Raso, davanti al sindaco di Cariati, Filomena Greco, alle associazioni territoriali e ai membri del meritorio comitato Le lampare: il governo non puo' limitarsi a nominare burocrati che girano a vuoto nella maggior parte dei casi senza risolvere neanche un problema nel disastrato comparto sanitario calabrese. L'esecutivo nazionale deve dare direttive e controllare che il lavoro dei commissari a tutti i livelli dia frutti nell'immediato, non puo' pensare di nominarli solamente e lavarsene le mani. Non ha senso varare un decreto Calabria, dare superpoteri a presunti Superman, quando abbiamo decine di migliaia di persone completamente al buio dal punto di vista dell'assistenza sanitaria".

"Non e' possibile che, malgrado l'emergenza covid - un'importante struttura ospedaliera come quella di Cariati continui a restare chiusa, non e' civilmente tollerabile che nelle condizioni in cui siamo un punto di riferimento del genere venga nei fatti soppresso per l'incompetenza di grigi manager e calcoli contabilistici. Continueremo a batterci e a denunciare questa vergogna. L'ospedale di Cariati deve essere riaperto immediatamente, senza se e senza ma. Con la salute non si scherza. E' giunto il momento che essa prevalga su pastoie e incomprensibili freni burocratici".