Ritorno a casa delle sorelline del piccolo Cocò, l' appello di Corbelli (Diritti Civili) a Papa Francesco e alla Chiesa locale

"Chiedo a Papa Francesco e alla Chiesa locale di intervenire e spendere una parola per il ritorno a casa delle due sorelline del piccolo Cocò, il bambino di Cassano di 3 anni, ucciso e bruciato insieme al nonno e ad una giovane donna marocchina, sette anni fa, nel gennaio 2014, e di cui ricorre, tra 3 giorni, il 19 gennaio, il settimo anniversario del ritrovamento del corpicino". E' l'appello che rivolge oggi, al Pontefice e alla Diocesi di Cassano, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che questo bambino, un anno prima che venisse ucciso, alla vigilia del Natale 2012, aveva tolto dal carcere di Castrovillari, dove si trovava insieme alla giovane madre detenuta, Antonia Iannicelli, e che da alcuni giorni ha iniziato una nuova battaglia per far ritornare a casa, a Cassano, le due sorelline del bambino, oggi di 12 e 13 anni, che sono da 5 anni e mezzo (dal 30 luglio 2005) fuori dalla Calabria, in affidamento, attualmente in una famiglia di una città del Nord.

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Corbelli, che nei giorni scorsi ha rivolto un appello pubblico al Tribunale dei Minori di Catanzaro chiedendo "di porre fine a questa ingiustizia e di consentire il ritorno a casa delle due bambine, come è giusto e umano e loro sacrosanto diritto", ha anche preannunciato, e confermato oggi, per il giorno del settimo anniversario, martedì 19 gennaio," una clamorosa iniziativa su Fb che, afferma, dimostrerà in modo palese, come potevo salvare il piccolo Cocò se solo mi avessero ascoltato"! Intanto sulla pagina Fb di Diritti Civili va avanti la campagna per il ritorno a casa delle sorelline del piccolo Cocò. A chiedere, nei giorni scorsi, con una telefonata, l'intervento di Corbelli erano stati, ancora una volta, la mamma del bambino, Antonia Iannicelli, e il suo legale, l'avv. Liborio Bellusci. Oggi Corbelli si rivolge a Papa Francesco, "ricordando la visita e la grande manifestazione con il Santo Padre a Sibari, il 21 giugno 2014, cinque mesi dopo il barbaro assassinio di Cocò, un crimine così efferato che colpi il mondo intero e che portò appunto, pochi mesi dopo, Papa Francesco a Cassano. Chiedo al Vescovo di Cassano, mons. Francesco Savino, di recapitare questo mio appello a Papa Bergoglio. Sono certo che il Santo Padre farà e dirà qualcosa, sicuramente non resterà indifferente, perché quel bambino non lo ha certamente dimenticato ma lo ha sempre nel cuore così come le sorelline di Cocò che, sono convinto, ci aiuterà per esaudire il loro desiderio di far ritorno a casa". Corbelli ricorda che "le due bambine sono state per un anno e mezzo in una struttura religiosa in provincia di Cosenza, dove sono andato più volte a trovarle, e da 5 anni e mezzo, dal 30 luglio 2015, sono state portate fuori dalla Calabria, afferma Corbelli. Io anche quel giorno di fine luglio ero lì a salutarle, con tristezza e commozione e con la promessa che avrei fatto di tutto per farle ritornare a casa, non appena i loro genitori, in quel momento in carcere, fossero stati scarcerati. Genitori che oggi sono entrambi liberi, dopo aver scontato la pena per un errore di gioventù, una condanna per droga. La mamma del bambino dopo aver trascorso un anno a Torino, in una comunità del Gruppo Abele di don Ciotti dell'Associazione Libera, da pochi mesi, dall'ottobre scorso, ha fatto ritorno a casa, a Cassano, dove aspetta di riavere e riabbracciare le sue due bambine, che nell'ultimo anno 2020 ha visto due sole volte(a febbraio e agosto)".