Dpcm, a Cosenza monta la protesta per la nuova stretta: “Non vogliamo assistenzialismo, vogliamo lavorare”

cosenza protestaUn petardo di grosse dimensioni e' stato fatto scoppiare durante una manifestazione di protesta organizzata a Cosenza da un gruppo di titolari di ristoranti e di bar per protestare contro i provvedimenti approvati dal Consiglio dei Ministri per fronteggiare la diffusione del coronavirus. Il petardo e' stato lanciato in un cantiere vicino il Municipio.

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I manifestanti hanno anche bloccato corso Umberto, una delle vie principali della citta'. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri.

"Non vogliamo assistenzialismo - ha detto uno dei promotori della protesta - ma chiediamo di poter lavorare. Abbiamo fatto sacrifici per adeguare i nostri locali alle normative anticontagio e oggi la chiusura ci penalizza nuovamente. Alcuni dei nostri dipendenti ancora non hanno ricevuto la cassa integrazione e oggi siamo costretti a non poter lavorare".

Nei luoghi della protesta è intervenuto il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto: "Sono vicino ai ristoratori e agli imprenditori danneggiati dall'ultimo Dpcm. Sono quelli che hanno più investito per adeguare gli spazi e adesso vengono chiusi. Che senso ha una chiusura alle 18:00?

Il virus esiste ed è pericoloso soprattutto perché mette in crisi il nostro sistema sanitario, ma come si può pensare di farne pagare le conseguenze solo a determinate categorie economiche e sociali?

Perché - afferma il primo cittadino - non si è investito in questi mesi nella sanità e nella prevenzione? Per la creazione di nuovi posti letto? Per l'assunzione di personale medico e paramedico negli ospedali? Per l'individuazione e il tracciamento dei contagi? Per la protezione delle categorie fragili? Per la cura precoce della malattia? Per la didattica a distanza nelle scuole?

Sono vicino a queste persone che lavorano ogni giorno della loro vita e che sono sempre i più esposti. Gente onesta che vuole lavorare, non vuole sussidi".

Foto Ansa