La Spi Cgil di Cosenza torna a chiedere censimento strutture residenziali per anziani

"Già in occasione della prima ondata della pandemia da Covid-19, per l'esattezza lo scorso mese di marzo, chiedemmo alla Prefettura di Cosenza di porre mano ad un censimento di tutte le strutture residenziali per anziani – RSA, RSM, case protette, case di riposo – presenti sul territorio provinciale.

Le residenze per anziani, infatti, sono assai più numerose di quanto emerga dai dati ufficiali, potendosi le stesse configurare anche come case famiglia, dove le attività di assistenza e di cura possono essere somministrate a gruppi piccoli o piccolissimi di anziani, senza che via sia la necessità di particolari autorizzazioni per lo svolgimento di tali attività, svolte spesso anche da persone non particolarmente professionalizzate o in assenza di personale sanitario, previsto peraltro solo nelle RSA.

Sappiamo che nei mesi della scorsa primavera, in tali strutture – e paradossalmente anche in quelle più strutturate – si svilupparono dei focolai molto impegnativi, che provocarono centinaia di contagi e, purtroppo, anche la morte di numerosi ospiti, rientranti nella casistica delle persone fragili, con più patologie, e quindi più facilmente vittime degli effetti letali del virus.

Tale drammatica situazione rischia di riproporsi in questi giorni, con la ripresa vertiginosa dei contagi in provincia, con casi che riguardano sia gli ospiti che gli operatori, a cominciare da alcune strutture della Presila.

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Non sappiamo se il censimento da noi richiesto sia mai stato effettuato. Ancora una volta, dunque, si potrebbe nuovamente configurare una sorta di emergenza nell'emergenza, con il coinvolgimento di centinaia di persone, se non si agirà con la massima celerità.

Chiediamo con forza, pertanto, a tutte le autorità preposte di attuare un monitoraggio attento e tempestivo delle strutture dedicate alla cura ed all'assistenza degli anziani, per l'adozione di tutte le misure straordinarie sia di natura sanitaria che organizzativa che riescano ad evitare esiti drammatici e dolorosi". Lo afferma una nota della Spi Cgil di Cosenza.