South Learning: un gruppo di studenti da Londra si trasferisce a vivere nel borgo di Belmonte Calabro (Cs)

Si svolge in Calabria, in piena epoca Covid-19, la prima sperimentazione di South Learning. Se il south working svuota le città del nord Italia per diventare motore del sud, cosa accade quando sono le menti più fresche delle metropoli europee a popolare i borghi più sperduti del sud Italia? Il South Learning si presenta come una scommessa molto ambiziosa: promuovere sinergie che possono essere propulsive a vantaggio della riattivazione sociale, culturale e urbana di territori considerati finora marginali.

L'iniziativa, che è promossa da La Rivoluzione delle Seppie, in collaborazione con gli studenti della London Metropolitan University, ha luogo a Belmonte Calabro, piccolo centro di poco meno di 2000 abitanti in provincia di Cosenza, con un'età media in crescita di anno in anno e un altissimo tasso di spopolamento. Protagonisti e ospiti temporanei sono un gruppo di quindici studenti inglesi provenienti dalla Facoltà di Architettura dell'università inglese. Dal 1 ottobre e per la durata di un trimestre, Belmonte Calabro si prepara ad ospitare l'esperienza residenziale di una vera e propria classe universitaria a distanza.

La proposta si pone come un momento evolutivo del progetto che La Rivoluzione delle Seppie ha avviato sin dal 2016, per fare di Belmonte Calabro un luogo di incroci, contaminazioni e sperimentazione sui temi urbani, sociali e su nuove forme dell'abitare.

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Anche in Inghilterra, così come in gran parte d'Europa, il rientro nelle Università non può configurarsi con la ripresa delle attività didattiche in presenza ma avviene solo da remoto. Puntando a trasformare le criticità in opportunità La Rivoluzione delle Seppie ha scelto di proporre ad un gruppo di studenti di Architettura della London Metropolitan University di diventare abitanti temporanei di Belmonte Calabro. In questo modo lo studente continuerà a lavorare da remoto ma potrà sperimentare un modello diverso di vivere e lavorare insieme: "una nuova Bauhaus europea", per citare Ursula Von Der Leyen nel suo ultimo discorso nella sessione plenaria del Parlamento europeo, "uno spazio creativo comune in cui architetti, artisti, studenti, ingegneri e progettisti lavorino insieme" per creare un progetto culturale che non solo possa aiutare a riscoprire alcuni luoghi, considerati marginali, ma garantisca una esperienza educativa importante per le future generazioni.

Gli studenti abiteranno le case nel centro storico del paese, useranno i vari laboratori artigianali, alcuni attualmente chiusi ma ancora funzionanti, per sperimentare il loro progetto, svolgeranno attività nella Casa di Belmondo utilizzandola come spazio di coworking. Sarà così possibile sviluppare progetti ideali per contesti reali, confrontandosi giornalmente non solo con professionisti che hanno diverse esperienze ma anche con persone del luogo di diversa età e background culturale. L'iniziativa consente, dunque, agli studenti di usufruire a Belmonte Calabro di tutti quei servizi che l'università di solito offre, come l'uso di spazi per lavorare insieme e confrontarsi o l'uso di laboratori per sperimentazioni con materiali specifici.

L'ambizione degli organizzatori è quella di rendere la proposta periodica e permanente per far sì che le piazze, i vicoli e gli edifici del borgo antico di Belmonte Calabro diventino un sito caratterizzato per lo svolgimento di un modello di South Learning.

Sin dall'inizio del suo percorso La Rivoluzione delle Seppie, invitando studiosi, professori, filosofi e giornalisti provenienti da tutto il mondo, ha puntato a trasformare il borgo di Belmonte Calabro in una fabbrica di idee, alimentando, attraverso l'interscambio di conoscenze, la formazione di una comunità temporanea. La ricerca a cui si tende è quella di un nuovo modello di vita e di lavoro collettivo, promuovendo una visione progettuale che contribuisca a riconoscere le cosiddette "aree marginali" come luoghi del possibile, sia a livello globale che nell'ambito dei sistemi territoriali locali. Un esperimento formativo con pochi eguali oggi in Italia, che dal profondo sud incoraggia modalità alternative di generare spazi, fisici e virtuali, attraverso una dimensione collettiva innovativa.