Coronavirus, il monologo dell’attrice calabrese Denise Sapia

"Non si sono chiesti se ce l'avrebbero fatta a ricostruire un Paese. Lo hanno fatto. Ricostruendo anche quella vita alla quale si erano aggrappati con disperazione pur di rivedere un po' di pace. Non la vittoria. Ma la pace. E questo piccolo dettaglio fa una grande differenza. Il contrasto tra generazioni: da un lato quelle che hanno vissuto l'orrore delle bombe e delle guerre mondiali; dall'altro quelle di oggi che stanno vivendo e subendo il passaggio di una pandemia che fa paura e rende inermi. Con una stessa prospettiva ed uguale sorte: quando tutto finisce nulla è più come prima".

È la trama dell'ultimo piccolo lavoro, tutto home made, in cui si è cimentata la giovane attrice calabrese, Denise Sapia: uno struggente monologo scritto dalla drammaturga, regista e sceneggiatrice Camilla Cuparo che racconta, in essenza, il vissuto di questi giorni di emergenza, con una riflessione ampia che spazia dalla ricostruzione post bellica del secolo scorso per finire alla piaga aperta della nostra sanità che in questo momento sta facendo vedere tutte le sue lacune e carenze.

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«È stato un piccolo esperimento domestico – dice Danise – nel quale ho voluto cimentarmi per dare un senso ai giorni che stiamo vivendo chiusi in casa a combattere questa guerra contro un nemico pericoloso e invisibile. Il testo del monologo, scritto dalla grande Camilla Cuparo, autrice del soggetto e della sceneggiatura di Nomi e Cognomi, film nel quale ho avuto il piacere di recitare di fianco a Maria Grazia Cucinotta ed Enrico Lo Verso, è un punto di riflessione importante su quella che è la storia di oggi. Ci dà fiducia sul futuro guardando al passato, a quello che hanno fatto i nostri padri e i nostri nonni per ricostruire una vita dopo la guerra. Ma è anche un monito a non commettere più i tanti errori, che oggi paghiamo, per i tagli sui servizi essenziali al cittadino. La sanità su tutti. Ascoltatelo – questo l'invito della giovane attrice - e ne cogliere tante sfumature per una riflessione su quello che ci aspetta domani».