Lavoratori Leonardo senza cassa integrazione, Fisascat Cisl: "Chi gestisce fondi pubblici non può arrivare a questo"

Basta ad aziende che gestiscono fondi pubblici ma non garantiscono i diritti dei lavoratori e affidano i loro servizi in subappalto a chi non vuole ricorrere agli ammortizzatori sociali. Fisascat Cisl Calabria accoglie il grido di allarme dei lavoratori che fanno capo alla Leonardo Spa, azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza, il cui maggiore azionista è il ministero dell'Economia e delle Finanze.

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A Lamezia Terme questi sono impiegati in un servizio di portierato il quale è stato dato in gestione alla SicurItalia Spa che, a sua volta, lo ha subappaltato all'Ancr di Catania. I lavoratori, denuncia il sindacato, non solo non hanno avuto applicazione del Contratto Collettivo Nazionale ma, a causa del Covid, stanno lavorando sei giorni al mese anziché 26 come da contratto. «Non è possibile che un servizio a capo del quale c'è una multinazionale che gestisce fondi pubblici venga gestito in questo modo e venga negato il ricorso agli ammortizzatori sociali ai lavoratori – afferma il segretario calabrese Fortunato Lo Papa -. In questo momento i dipendenti stanno portando a casa poche centinaia di euro, mentre con la cassa integrazione potrebbero avere l'80 per cento dello stipendio».

«Abbiamo contattato la Leonardo, la SicuItalia e Ancr e non abbiamo avuto risposte esaustive – continua il cislino. I lavoratori sono stati lasciati soli, privati di ferie e permessi e con il paradosso di non potere accedere alla cassa integrazione per Covid – continua Lo Papa – non è ammissibile accettare simili comportamenti da aziende di cui è anche azionista lo Stato». «Non molliamo - conclude- aspettiamo risposte concrete e, soprattutto, doverose».