Reggina: la metamorfosi del brutto anatroccolo ed il mini-campionato del cigno

baroni600di Paolo Ficara - Un'altra musica. Nel girone di ritorno non c'è traccia del brutto anatroccolo amaranto, andato in scena fino a gennaio 2021 in Serie B. Se il campionato fosse iniziato al giro di boa, la Reggina sarebbe prima in classifica dopo 6 partite. Una striscia troppo corta per farsi un'idea completa delle reali potenzialità. Guardando ai mesi precedenti, saggezza imporrebbe di non illudersi. Ma le differenze col girone d'andata, dal manico fino alle caratteristiche dell'organico, sono lampanti.

Il roboante 1-4 sul campo della Spal coincide con la miglior prestazione stagionale. All'andata, pur con tutti i problemi che sarebbero venuti fuori di lì a poco, la Reggina tenne testa al più quotato avversario anche in inferiorità numerica. Dunque ha poco da recriminare la formazione emiliana, in virtù del passivo e della gara a senso unico. Piuttosto, con quel monte ingaggi è giusto che la panchina di Pasquale Marino inizi a traballare.

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A +5 sulla zona playout. A -5 dalla zona playoff. Dopo 25 turni, la Reggina è a metà del guado. In questo weekend, nessuna delle formazioni che sopravanzano gli amaranto è riuscita a vincere. Ne consegue che, dietro, un po' tutte abbiano mosso la classifica. Quante volte ricapiterà, nei successivi 13 turni?

Non è più tempo di parlare di obiettivi. Abbiamo assistito ad una evidente trasformazione mentale: tra il brutto anatroccolo che perdeva fiducia col passare delle settimane, non difeso da chi lo usava come alibi davanti alle proprie colpe; ed un gruppo che ora crede di poter diventare cigno. Sette undicesimi della formazione scesa in campo a Ferrara erano presenti a Reggio già a settembre. Undici su sedici, se si contano le sostituzioni.

Forse sarà positivo scendere in campo già martedì contro la capolista Empoli, anziché attraversare una settimana di inebrianti e fuorvianti complimenti. Sta di fatto che si affronta un avversario che vanta una sola sconfitta, patita un girone fa nella nebbia a Venezia. Il modulo è quel rodato 4-3-1-2 col quale anche il Pordenone ci ha messo in difficoltà, ma non c'è paragone con la qualità della formazione allenata da Alessio Dionisi.

Se ci fosse il pubblico, sarebbe sicuramente un'altra partita. Ma ciò che conta, è che sia un altro campionato.