Reggina, basta alibi: siamo a zero punti, il campionato comincia adesso

curvaregginapisadi Paolo Ficara - Con i se e con i ma. In mezzo ai tanti (troppi) alibi creati attorno alla Reggina, autrice di un inizio di campionato a dir poco deprimente, quello che "regge" maggiormente è l'assenza del pubblico. Non ci sono dubbi sul fatto che quest'anno, senza pandemia, il ritorno in Serie B avrebbe sancito una presenza fissa superiore alle 10 mila unità. Non è bastato l'emozionante striscione appeso dagli ultras in una curva vuota, per spronare a sufficienza gli amaranto contro il Pisa.

La terza sconfitta consecutiva ha indotto il massimo dirigente Luca Gallo verso affermazioni dalla molteplice lettura. Nel suo abbassare l'asticella ("non siamo da promozione"), c'è chi lo ha visto come schermo verso tutte le altre componenti. Al tempo stesso, potrebbe essere una maniera elegante per ottenere l'effetto opposto: far salire tutti sul banco degli imputati. Ma esiste anche la terza interpretazione: sto dicendo che vi ho sopravvalutati, se non riesco a spronarvi nemmeno così...

A prescindere dal messaggio che Gallo ha inteso inviare, la realtà dei fatti parla chiaro: anche se l'obiettivo fosse diventato di colpo il semplice mantenimento della categoria, la Reggina ad oggi non sarebbe in linea.

Pure se a luglio la dirigenza amaranto, in tutte le sue componenti, se ne fosse uscita parlando di salvezza da raggiungere all'ultima giornata, dopo i primi otto turni di campionato il bilancio sarebbe comunque deludente. Ed allarmante. La Reggina è solo un punto sopra la zona playout, ma considerando le gare da recuperare per la maggior parte delle (poche) rivali rimaste sotto in classifica, come media punti saremmo negli abissi.

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Anche nelle ultime tre gare perse, due delle quali sicuramente contro avversari attrezzati per stazionare in alta classifica, fa rabbia analizzare come non abbiamo assistito a chissà quale giocata individuale da fenomeno di un qualsiasi calciatore di Spal, Empoli o Pisa. Le sconfitte sono state patite contro rivali più cinici negli episodi (Spal), o che ci hanno messo sotto sul piano del gioco e dell'intensità (Empoli), o dimostratisi più volitivi e concentrati fino al 90' (Pisa).

In queste tre gare, il gesto tecnico più interessante è stata la rovesciata di Masucci domenica sera. Gentilmente concessa sulla linea dell'area piccola.

La Serie B è il campionato più livellato nei valori di tutte le partecipanti. Sicuramente esistono tre squadre, nello specifico le retrocesse dalla massima serie, capaci di schierare batterie di elementi completi e già protagonisti a livelli più alti in tempi recenti. Budget tripli rispetto alla concorrenza, merito del paracadute. Ma in mezzo alle altre 17, è troppo presto per stabilire che la Reggina non abbia i valori tecnici per competere almeno per i playoff. Ad organico completo. E Gallo lo sa.

Gallo sa anche, e se non lo sa magari lo ha annusato, che chi rimane nelle retrovie ad inizio torneo è destinato a lacrime e sangue. A meno che non si assista alla resurrezione di una sola ed al contemporaneo suicidio di tutte le altre formazioni, attrezzate o meno, capaci nel frattempo di dare un senso al proprio campionato. Questa è una squadra costruita per offendere, nel proprio dna non rientra il concetto di chiudersi: la prospettiva di lottare per la salvezza causerebbe un rigetto.

Nessuno ha la bacchetta magica ed è troppo presto per lanciarsi in valutazioni assolutistiche, siano esse positive o negative. Ma ora, per evitare almeno che la situazione precipiti, è necessario assumere due atteggiamenti. Il primo, verso l'esterno: tapparsi occhi, orecchie e naso, non ascoltare né giammai farsi condizionare da critiche, improperi, notizie e quant'altro. Il secondo, all'interno del proprio nucleo: resettare tutto, il campionato inizia adesso, siamo a zero punti e si procede una partita alla volta. A cominciare dal Monza, con il quale volevamo giocarci la Supercoppa di C. Magari con il pubblico. Sembra una vita fa.