di Paolo Ficara – Scontro dimensionale. Il Governo ha da poco approvato un decreto legge che prevede la costituzione di una commissione, preposta a controllare i conti dei club professionistici di calcio e basket. Di fatto, la Covisoc verrebbe scavalcata e non avrebbe più senso di esistere. Il mondo del calcio sta cercando la forma del dialogo costruttivo, per scongiurare tale provvedimento. I temi della disputa sono diversi: potenzialmente sono tutti corretti, a breve capiremo se ne scaturirà una sorta di compromesso.
Andrea Abodi, Ministro dello Sport, è il principale fautore di tale riforma: “Nell’ultimo anno e mezzo lo stralcio di debiti fiscali ha impoverito lo sport di 33 milioni e qualcosa – aveva dichiarato lo scorso 24 maggio, in conferenza – Questo non vuol dire che le società sportive non possano utilizzare gli strumenti che lo Stato mette a disposizione delle imprese, ma vuol dire che evidentemente non c’è stata la capacità di un controllo preventivo”. Dalle nostre parti, comprendiamo come il concetto scaturisca – anche – dall’accesso al Codice Crisi Impresa, effettuato dalla Reggina ancor prima che da Sampdoria e Genoa. Il Ministro tutela l’equa competizione, in modo deciso e coerente.
Come nostro sempre più gradito interlocutore, e trovandosi in Calabria per motivi professionali, l’avvocato Mattia Grassani ha accettato di esporci il suo punto di vista sulla delicata questione che interessa tutto il mondo del calcio (e del basket). Ponendo l’accento sulle possibili conseguenze in ambito internazionale.
Al principale esperto di diritto sportivo, chiediamo cosa abbia indotto il Governo a votare per l’istituzione della commissione di cui sopra: “La scelta politica di istituire questa commissione di controllo sui conti del calcio, nasce da una sfiducia circa il funzionamento autonomo degli organi già costituiti – spiega l’avvocato Grassani al Dispaccio – Il provvedimento riguarda anche il basket. Ogni anno devono deliberare sui requisiti per essere ammessi al campionato successivo: si è ritenuto di affiancare Covisoc e Comtec. Mai nella storia dello sport, si era verificato una mossa di tale portata, con il conferimento di simili poteri ad una commissione esterna ed estranea all’ordinamento sportivo. I casi di Reggina, Sampdoria e Genoa? Ci sono le leggi dello Stato che consentono tali rimedi e tutti ne possono usufruire, anche i club. I casi di Reggina, Sampdoria e Genoa? Calcio e basket sono discipline endemicamente in perdita, non significa che il sistema vada messo necessariamente sotto tutela”.
Mattia Grassani sintetizza la posizione espressa dal mondo dello sport: “Gli strumenti di controllo, nel calcio, funzionano. I soggetti contrari a questa manovra sono tantissimi. Non significa che lo sport non accetti collaborazioni esterne, bensì che l’autonomia e la capacità attuali del sistema di espellere le società che non rispettano i parametri, sono più che sufficienti. Lo sport ha motivatamente opposto delle obiezioni a questa manovra. Fin da quando la politica, con un blitz, ha deciso di introdurre questa commissione. Senza condivisione. Mettendo sul tavolo del Coni un provvedimento che nessuno conosceva. La posizione dello sport non è stata minimamente tenuta in considerazione. E ne possono sorgere problematiche di natura internazionale, che riguardano Uefa e Fifa”.
A questo punto, chiediamo all’avvocato Grassani un approfondimento sulla lettera congiunta di Fifa e Uefa indirizzata alla Figc: “Uefa e Fifa sono rimaste vigili dall’inizio di questo iter, fin quando è giunto a compimento. Hanno fatto presente la loro posizione di Enti sovranazionali, che devono garantire il rispetto di diritti quanto più simili in tutti e cinque i continenti. Quando la notizia è pervenuta a Zurigo e a Nyon, la reazione è stata la seguente: non ci possono essere intromissioni o limitazioni, che provengano da un contesto non sportivo. Il segnale è netto e chiaro. Anche preoccupante. Se il percorso intrapreso verrà attuato, c’è il rischio di sanzioni che possono riguardare le nazionali e i club. Quindi, preclusione verso le nazionali a partecipare alle competizioni: sia giovanili che maggiori. Fasi finali di Europei e Mondiali. Oltre che per i singoli club, circa le manifestazioni organizzate dalla Uefa. Siamo di fronte ad uno scenario preoccupante, che già si manifesta verso nazioni africane, sudamericane o asiatiche: la Fifa, dove si verificano invasioni di campo e viene meno l’autogoverno, adotta simili provvedimenti”.
Le considerazioni finali sono di carattere economico: “Pensando al calcio, non comprendo come con una struttura che svolge controlli bimestrali o trimestrali su 100 società professionistiche, per costi pari a 400.000 euro, si giustifichi la costituzione di una nuova realtà che costi oltre 3 milioni di euro. Da far gravare su un sistema che già non se la passa bene. Quest’anno è stato escluso solo l’Ancona, quindi i controlli funzionano ed i membri sono competenti – evidenzia l’avvocato Grassani al Dispaccio – Non si conoscono le dinamiche e le tempistiche con le quali dovrebbe funzionare il nuovo organo, ma il costo sarà superiore: si rischia il corto circuito, senza sapere chi sia il controllore e chi il controllato. Fifa e Uefa potrebbero intervenire in maniera non indolore, specie se venisse soppressa la Covisoc”.