di Paolo Ficara – Chi sarà il quarto proprietario diverso negli ultimi cinque anni per la Reggina? Con il comunicato di qualche ora fa, oltre all’identità di chi rileverà la società dai cugini Felice Saladini ed Angelo Ferraro, l’incognita riguarda anche la tempistica.
Se è intuibile la possibile esistenza di una trattativa già approfondita, è altrettanto facile ritenere come le firme possano arrivare – o essere vincolate – a semaforo verde acceso dalla Covisoc, per quanto concerne l’iscrizione. Sarà quindi difficile l’insediamento della nuova proprietà già in questa settimana.
La mossa di Saladini si rende probabilmente necessaria per via del clima creatosi attorno alla Reggina, specie dopo l’omologa concessa dal Tribunale di Reggio Calabria. I fucili puntati dal mondo del calcio, dello sport e della politica, si sono rivelati probabilmente decisivi.
Nel momento in cui interviene un decreto legge appena tre giorni dopo l’omologa, per cancellare di fatto la futura possibilità di imposizione forzosa di massiccio stralcio verso l’Erario, c’è da attendersi di tutto. Specie dal palazzo del calcio. Non ci si può mettere contro chi fa le regole. Almeno non da soli.
La trattativa già ben avviata avrebbe come interlocutore un imprenditore piemontese, con attività in Svizzera. Lo stesso sarebbe di origine calabrese. Inutile sbilanciarci con indizi così vaghi, ma l’identikit è questo.
In tutto ciò rimane da capire se altri soggetti, oltre al Brescia che fondamentalmente non ha titolo per muovere opposizione, da qui al 2 luglio presenteranno reclamo contro l’omologa. Due incognite, il semaforo verde in attesa per l’iscrizione ed il percorso della giustizia ordinaria, che incideranno sia sulla tempistica della trattativa che sulla valutazione delle quote societarie.