di Paolo Ficara – Calciomercato esorbitante, girone d’andata consequenziale. Il problema è che al momento anche il girone di ritorno sembra fornire le risposte a chi si è rinforzato, come il Palermo. Ma anche a chi ha preso ciò che rimaneva il 31 gennaio pomeriggio, come la Reggina.
Dalla trasferta di Palermo bisogna sicuramente annotare le note positive. La squadra di Inzaghi se l’è giocata alla pari contro una formazione che era reduce da otto risultati utili consecutivi, nonostante mancassero due terzi del centrocampo titolare. Rivas, spostato a destra per un breve scorcio di match, ha messo in mezzo le uniche due vere palle gol: l’honduregno aveva reso al meglio, da quel lato, anche con Baroni.
Il dato più confortante riguarda però Strelec. La Reggina non ha avuto, nel girone d’andata, un bomber d’area di rigore. Carenza compensata da uno straordinario Fabbian. Lo slovacco, subito a segno alla prima presenza da subentrato, può essere l’unica vera arma in più da qui a maggio.
Preso nota di ciò, è anche il momento di trovare una spiegazione a quelle che sono comunque tre sconfitte in quattro gare. Al di là di ogni elogio esterno o autoesaltazione circa le prestazioni. Se il girone di ritorno premierà altre formazioni, nel discorso promozione, ce ne faremo una ragione. Ben diverso sarebbe appiattirsi, accontentarsi di partite giocate ad armi pari ma perse.
Così come, in una fase nella quale la Reggina deve chiedersi dove stia sbagliando, è pericoloso cercare alibi.
La problematica relativa agli arbitraggi l’abbiamo trattata quando ancora si poteva, con i toni giusti e nelle sedi opportune, intervenire alla ricerca della soluzione. Siamo a febbraio. Qualora a Reggio in tanti si fossero creati un’idea circa qualche presenza invisa al mondo arbitrale, nessuno lo dirà mai apertamente. Protestare per episodi che non hanno condizionato il risultato finale, come per Reggina-Ternana (il gol annullato a Canotto) o domenica a Palermo (trattenuta in area su Gagliolo, poi Strelec ha comunque pareggiato), significa solo cercare di spostare l’attenzione altrove.
Spingendo sempre la squadra a mantenere il livello di gioco ammirato nel girone d’andata, col passare delle settimane crescerà l’attenzione sulle vicende societarie. Nel piano di ristrutturazione presentato in tribunale non ci sarebbero soltanto i debiti pregressi, ossia quelli rilevati e ancora non onorati, ma anche pendenze totalmente attribuibili alla gestione attuale.
La Gazzetta dello Sport, nell’edizione odierna nazionale, ha preconizzato un deferimento ed una possibile penalizzazione per gli amaranto. Nicola Binda, autore dell’articolo, ha poi specificato sul proprio profilo facebook: “Si tratta di un caso molto particolare. E’ in corso un concordato per i debiti pregressi e quindi, in base ad una legge dello Stato, la società ritiene di avere diritto a non rispettare le scadenze federali. Cosa che però non sta bene alla Covisoc, che avrebbe segnalato il problema alla Figc”.
Ennesima distrazione della segreteria? Oppure, dato che si parla di una scadenza federale – 16 dicembre ma prorogata al 22 – precedente alla presentazione del piano di ristrutturazione – iscritto a Registro Imprese proprio dal 22 dicembre – dobbiamo preoccuparci? Approfondimenti nel corso di Reggina Talk a partire dalle 19:00 sulla pagina facebook del Dispaccio: ospiti Giovanni Scaramuzzino di Radio Rai, l’avvocato Francesco Benedetto, e gli ex amaranto Alessio Viola e Giacomo Tedesco.