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“Cimitero degli orrori” a Tropea, arriva la prima condanna definitiva: due anni e quattro mesi per Roberto Contartese

Due anni e 4 mesi. Questa la condanna confermata dalla Cassazione nei confronti di Roberto Contartese, 57 anni, coinvolto nel procedimento penale nato dall’inchiesta della Guardia di finanza e della Procura di Vibo sul ‘cimitero degli orrori’ di Tropea.

La Suprema Corte ha cosi’ ritenuto valido il patteggiamento della pena in appello come prospettato dall’avvocato Giovanni Vecchio che e’ riuscito a ridurre considerevolmente la condanna rimediata in primo grado con rito abbreviato quando il gup del Tribunale di Vibo Valentia aveva deciso per Contartese una pena a 3 anni e 6 mesi di reclusione, piu’ cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Per Roberto Contartese (in concorso con Francesco e Salvatore Trecate, padre e figlio, che hanno pero’ scelto il rito ordinario) ha retto l’accusa di violazione di sepolcro che fa riferimento all’aver violato le diverse tombe nel cimitero di Tropea tra il febbraio 2019 e il 7 febbraio 2021.

E’ rimasto accertato (anche attraverso delle videoriprese effettuate dalla Guardia di finanza) che i cadaveri nel cimitero di Tropea venivano mozzati con un seghetto e le salme distrutte per ricavare – dietro il pagamento di somme di denaro da parte dei parenti dei deceduti – i loculi dove seppellire altri defunti. Le salme una volta estratte e denudate venivano distrutte mediante l’utilizzo di arnesi di ogni genere e poi bruciati e riposti in sacchi della spazzatura.

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