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Barbuto (Liberamente Progressisti): “Interrogativi sul nuovo ospedale di Vibo”

“Sul sito web della ditta aggiudicatrice dei lavori per la realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia compare questa dicitura: “Siamo lieti di annunciare ufficialmente l’inizio dei lavori per la nuova costruzione dell’Ospedale di Vibo Valentia!”. Data 15 settembre 2023.

Dunque l’inizio dei lavori è avvenuto ben quattro mesi dopo la consegna del cantiere. Senza polemizzare a prescindere, poiché si tratta dell’opera più importante presente sul territorio vibonese, sia come importo lavori che come imponenza strutturale-architettonica ed impiantistica, gli interrogativi già posti sia dal gruppo di Liberamente Progressisti che dal consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, attraverso un’interrogazione rivolta al presidente della Regione (che probabilmente ha già prodotto il risultato si sbloccare lo stallo), rimangono più che mai d’attualità. Si riusciranno a rispettare le tempistiche dettate dal cronoprogramma dei lavori? Si può veramente cominciare ad immaginare che la città di Vibo verrà dotata di un ospedale all’avanguardia? Possiamo ipotizzare che le migliaia di persone costrette a migrare verso altre strutture soprattutto del nord Italia, possano pensare di curarsi nella propria terra? Noi attraverso la presenza del consigliere Lo Schiavo in Consiglio regionale, vigileremo affinché questo agognato sogno, di avere un ospedale dotato di tutte le caratteristiche tecniche adeguate, possa essere non solo una visione ma un’importante realtà, che cambierebbe anche aspetti legati a situazioni socio-economiche. La città di Vibo Valentia merita di avere una sanità che funzioni e soprattutto che consenta ai cittadini fruitori, le minime condizioni sanitarie e di sicurezza, che oggi non possono essere garantite dallo Jazzolino, svuotato anche di reparti importanti. La presenza di un ospedale di questa portata tecnologica, consentirebbe di ridare centralità al territorio vibonese, marginalizzato e messo in subordine dalle vicine realtà”.

Così in una nota Sergio Barbuto, Liberamente Progressisti con Lo Schiavo.

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