“Duole constatare come ancora una volta il consigliere comunale Stefano Luciano, nel vano tentativo di screditare una Giunta che con coraggio sta lavorando nell’esclusivo interesse dei vibonesi portando a casa risultati concreti, finisca con lo screditare sé stesso”. I gruppi di maggioranza al Comune di Vibo Valentia – tramite i capigruppo Nico Console (Forza Italia), Gerlando Termini (Città futura) e Antonio Curello (Fratelli d’Italia) – replicano carte alla mano alle dichiarazioni dell’esponente di Azione, smontandole punto per punto, in merito all’azzeramento, da parte dell’amministrazione Limardo, dei fondi vincolati da ricostituire, capitolo di bilancio che ha sempre rappresentato una criticità e che oggi può dirsi superato.
“E se ciò è stato possibile – affermano i capigruppo – non è certo per grazia ricevuta. Si tratta di un risultato frutto di un lavoro serio e scrupoloso che parte da lontano. E l’occasione ci è utile per ricordare anche allo smemorato consigliere Luciano le tappe che ci hanno condotto fin qui. Preliminarmente è bene rammentare che, come certificato dall’allora commissario Guetta, all’1 gennaio 2019 i fondi vincolati da ricostituire ammontavano ad oltre 24 milioni di euro. Non appena insediata, questa maggioranza ha adottato una scelta chiara, magari anche sconveniente dal punto di vista politico e per questo ancor più coraggiosa, ovvero dare forma ad un Piano di riequilibrio pluriennale sulla scorta della situazione finanziaria fino ad allora nota. Ricordiamo bene l’intervento del consigliere Luciano, quel 5 agosto 2019, quando prima di votare contrario al Piano, l’ex capogruppo Pd ed oggi appendice del nuovo gruppo ‘Al Centro’, sostenne come lo stesso ‘non rappresentasse la migliore scelta possibile’. Inutile far notare che l’alternativa sarebbe stata, quasi in automatico, un altro dissesto finanziario: ipotesi che, sebbene Luciano dica continuamente di voler scongiurare, è quella verso cui propende ogni suo atto, come confermano i verbali di voto di tutte le delibere di consiglio comunale in cui si discuteva del tema e nelle quali o era assente o ha votato contrario”.
Entrando nel merito della questione fondi vincolati, i tre capigruppo evidenziano come sia stato “certamente fondamentale il contributo ministeriale di circa 15 milioni di euro”, ma allo stesso tempo rimarcano come detto contributo “non sia arrivato per caso”: “Se il Comune di Vibo è stato in grado di incamerare quella cifra – dichiarano Console, Termini e Curello – è perché la legge che la stanziava, ovvero la n. 126 del 13/10/2020, prevedeva due condizioni essenziali: che l’ente non fosse in crisi per via di ‘patologie organizzative’ e che avesse approvato o in corso di attuazione il Piano di riequilibrio finanziario. Quello stesso Piano tanto osteggiato dall’opposizione (e non votato da Luciano) ma che, alla luce dei fatti, ha consentito all’ente di ottenere lo straordinario risultato dei suddetti 15 milioni di euro. E per comprendere che quella all’epoca intrapresa fosse la strada giusta non c’era certo bisogno di essere veggenti: a questo servivano, e servono tuttora, i costanti confronti tra il sindaco Limardo in primis, ed anche l’assessore Nardo ed i dirigenti, con i vertici di Anci, Ifel e con i funzionari dei vari ministeri”.
In definitiva, per replicare punto per punto alle contestazioni mosse dall’esponente di Azione, i capigruppo così rispondono: “1. Al consigliere Luciano sarebbe bastato visitare l’albo del Comune per trovare quei ‘dati tecnici e contabili consuntivi’ di cui lamenta l’assenza. Lo aiutiamo noi: è la determina n. 4 del 16/01/2023. 2. Che il mancato pagamento dei tributi da parte di una larga fetta di cittadinanza sia un problema è purtroppo cosa nota e datata. Ed è proprio per invertire questa tendenza che è stato deciso di esternalizzare il servizio di riscossione, che ci aspettiamo dia quei risultati che da diversi lustri a questa parte non ci sono stati. 3. Basterebbe un semplice calcolo aritmetico per smontare l’accusa secondo la quale questa amministrazione non avrebbe meriti nella ricostituzione dei fondi vincolati e che ciò sarebbe esclusivo frutto dei trasferimenti statali. Nel ribadire che, se fosse stato per Luciano e i suoi colleghi di minoranza, quelle somme a Vibo non sarebbero mai arrivate, dobbiamo aggiungere che dai 24 milioni certificati all’epoca dal commissario Guetta, se togliamo i 15 di trasferimenti statali, ne restano 9. E se sono stati ripianati è esattamente per merito di politiche attive che questa amministrazione ha attuato. A titolo esemplificativo sia qui sufficiente ricordare come, rispetto al 2018, solo sul piano del risparmio energetico vi è stata una diminuzione della spesa del 37% nel 2019 e del 68% nel 2020. E, dunque, l’ammissione del Comune di Vibo, insieme a soli altri 12 Comuni, al Patto salva città costituisce oggi la riprova dell’utilità delle azioni messe in campo dall’amministrazione in conseguenza delle scelte politiche assunte e/o ratificate in Consiglio da questa maggioranza, tenendo conto, inoltre, che i bilanci di questi anni sono sempre stati inviati agli organi esterni deputati al controllo ed alla verifica ed i cui numeri in termini di diminuzione della massa passiva sono oggettivi e, come tali, non si prestano, purtroppo per Luciano, ad alcuna differente interpretazione strumentale”.