Uno strumento per “aiutare le aziende a costruire sistemi di anticorpi e strutture necessarie per affrancarsi da qualsiasi tipo di infiltrazione”. Così la prefetta di Reggio Calabria, Clara Vaccaro, ha spiegato il protocollo d’intesa siglato oggi in Prefettura, volto a rafforzare la collaborazione tra le parti del procedimento di prevenzione e ottimizzare la gestione e lo sviluppo dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate.
All’accordo partecipano, oltre alla magistratura e all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, anche l’Associazione bancaria italiana e gli ordini degli avvocati e dei commercialisti. Vaccaro ha sottolineato che “l’idea non è soffocare le aziende sottoposte a misure di prevenzione, ma accompagnarle in un percorso che consenta loro di sopravvivere sul mercato, risanarle e consolidare la fiducia verso il territorio e le banche”.
Presente all’incontro anche la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, secondo cui si tratta di “un protocollo importante che permetterà alle aziende di avvalersi di professionalità esterne. Non sostituisce le forze dell’ordine o la magistratura, ma accompagna le imprese in un percorso di continuità”. Ferro ha inoltre annunciato l’istituzione di un tavolo permanente in Prefettura per monitorare l’attuazione del protocollo. In Calabria i beni sequestrati e confiscati sono complessivamente 3.823, di cui 2.692 nella sola provincia di Reggio Calabria, pari al 70,4% del totale regionale.
Per la direttrice dell’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati, Maria Rosaria Laganà, “con questo protocollo si possono ottenere risultati importanti”, mentre la presidente del Tribunale, Maria Grazia Arena, ha evidenziato come “l’accesso al credito per le aziende sottoposte a sequestro o confisca possa rivelarsi vitale”.
Il procuratore Giuseppe Borrelli ha definito la firma del protocollo “un elemento fondamentale per riconvertire la ricchezza prodotta dalle organizzazioni criminali in opportunità di sviluppo”. Il procuratore generale Gerardo Dominijanni ha ricordato come già nel 2022 sollevasse la questione delle aziende che venivano liquidate inutilmente, con perdita di posti di lavoro: “Oggi quell’appello trova finalmente uno sbocco. Nonostante la mancanza di riscontri dalla Commissione parlamentare antimafia, abbiamo agito concretamente, e di questo sono orgoglioso”.
