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Scopelliti: “Alcuni ex missini hanno votato Lega, altri no. Ecco cosa farò per le prossime comunali”

A due settimane abbondanti dalla conclusione dello spoglio per le elezioni regionali, Peppe Scopelliti è tornato a parlare della campagna elettorale in cui, da libero cittadino, ha appoggiato la candidatura di Franco Sarica per la Lega. L’ex Governatore della Calabria e Sindaco di Reggio ha parlato ai microfoni di Radio Touring 104:

“È chiaro che la Lega ha una storia che viene da lontano. Però negli ultimi 15 anni, la Lega è cambiata. Il ministro leghista Castelli ha tolto 60 milioni ad una città del nord, per finanziare la costruzione del nostro palazzo di giustizia. Nel 2009, il ministro Calderoli insieme al mio amico Italo Bocchino, misero in campo l’idea di Reggio città metropolitana. Roberto Maroni mi chiese la disponibilità per creare l’Agenzia dei Beni Confiscati. Ci sono i fondi per la statale 106. Per il Ponte sullo Stretto, l’alta velocità nel ferrato. Al di là del campanilismo e del retro pensiero, esiste un elemento fondato: la Lega, verso la nostra realtà, è comunque sensibile. E Salvini ha voluto chiudere la sua campagna elettorale su Reggio Calabria, cosa che altri non hanno fatto, dimostrando rispetto verso la città”.

Scopelliti è stato estremamente sincero circa la propria anima politica: “La nostra città ha una storia a destra. So quanti ex missini, con sofferenza, hanno votato Lega. Altri non ci sono riusciti, attratti dalla Fiamma. Io la Fiamma ce l’ho nel cuore, nessuno me la potrà cancellare”.

L’analisi del voto: “Abbiamo fatto questa scelta molto chiara. La Lega ci ha cercato, come altre formazioni politiche, ma non tutte. Durigon è stato quello più convincente, più presente, più rispettoso delle nostre storie personali e cordiale – ha rimarcato Scopelliti – Abbiamo messo in campo la candidatura di Franco Sarica, stimato ed apprezzato professionista, che ha conseguito un risultato straordinario. Oggi pomeriggio ad esempio, recandomi in farmacia, un farmacista mi ha rivelato che non votava da oltre 10 anni. Ma ho ricevuto talmente tanti sms, di gente che tornava al voto dopo oltre 10 anni. E che mi scriveva o mi diceva, incontrandomi per strada, che l’ultima volta era andata a votare per me.  Negli oltre 8.000 votanti in più rispetto alle precedenti regionali, sono sicuro che una parte di reggini ha votato Sarica, così come un’altra parte per Falcomatà. I 7.200 voti di Franco Sarica sono un dato eclatante, se si pensa che in città ha preso mille voti in meno rispetto all’attuale sindaco. Sono voti di persone libere, che non avevano nulla da chiedere, ma che volevano contribuire a costruire una nuova prospettiva per la città. Gente innamorata di questa terra, che ha dato fiducia a Franco Sarica perché convinta della qualità e della capacità di Franco e degli uomini vicini a lui. La Lega non ha una sola leva di potere, a Reggio Calabria. Altri invece, hanno potuto far leva sugli strumenti offerti dalla democrazia. Noi abbiamo invece giocato sull’entusiasmo, sull’amore e sull’idea di contribuire a rianimare la città”.

“Avevo annunciato che avrei dato una mano, il 21 ottobre 2023, specificando che non mi sarei candidato. Sono stato coerente”, ha sottolineato l’ex Governatore a Touring.

L’ex sindaco non si sottrae ad una riflessione sul voto clientelare a Reggio città: “Con tutto il rispetto per Giuseppe Falcomatà, che ha preso 6.000 voti. A Milano, dove c’è un voto di opinione, avrebbe forse preso 1.000 voti, non di più. Ho incontrato diversi professionisti, che ripetutamente mi hanno stimolato a scendere in campo in prima persona. Ma quando ho rappresentato loro il progetto che ci voleva vedere uniti per disegnare il futuro di Reggio ho capito, e qui è triste, che hanno preferito la prospettiva personale all’idea di contribuire ad una grande opportunità per la nostra Reggio. Se tu sei vincolato al bisogno, se tu sei con il cappio al collo, se tu non sei un uomo libero, tu sei parte di quel sistema clientelare che affossato non soltanto la città, ma anche la politica. Perché il voto clientelare può essere di contorno, ma non può essere da traino”.

Scopelliti conferma di non cedere alla tentazione di una personale discesa in campo: “Dove mi vedo in vista delle prossime comunali? Nella stessa posizione di oggi, di colui che può offrire un contributo circa un programma di sviluppo per la città. Di colui che può aiutare ad individuare una classe dirigente in grado, ai vari livelli, di rappresentare la città e nella composizione delle liste. E ritengo di poter restare in prima linea, con tutto il rispetto per chi detiene cariche. Abbiamo la necessità di far rivivere alla città i fasti di un tempo. Questo, ogni giorno, chiede la gente. Perché la città di 20 anni fa, aveva una sua prospettiva, una sua visibilità, una sua baricentricità.  Al di là della costruzione di teoremi sul buco di bilancio. Oggi Reggio è una città spenta, che rischia di diventare sempre più vecchia. Tantissimi giovani sono andati via, nel corso degli anni. E la città ha perso 15 o 16 mila residenti, rispetto alla stagione del nostro governo cittadino. Non si comprende il perché taluni cerchino di ostacolare l’ingresso di Sarica in consiglio regionale, sarebbe l’unico consigliere regionale reggino. E non si comprende perché la politica voglia fermarsi ai nani, alle ballerine e alle soubrette, e a queste latitudini non voglia elevarsi al rango che ha avuto in altre stagioni”.

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