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IAM Reggio Calabria, controlli in diversi settori produttivi in città e in provincia: sospese tre attività imprenditoriali per impiego di manodopera in nero

Nell’ultima settimana di giugno, gli ispettori dello IAM di Reggio Calabria sono stati impegnati in una serie di controlli, in città e in tutto il territorio provinciale, nei settori dei pubblici esercizi, degli stabilimenti balneari e dell’edilizia.

Per il settore pubblici esercizi, a Reggio è stata sospesa l’attività di una gelateria che occupava 2 lavoratori in nero su 3 individuati nel corso dell’accesso. Uno di questi, extracomunitario, è risultato privo del permesso di soggiorno. La somma aggiuntiva necessaria per riaprire il locale, una volta adempiuti gli obblighi di regolarizzazione, è pari a 2.500 euro, mentre la maxi-sanzione per lavoro nero ammonta a 8.200 euro, oltre alle prescrizioni penali per mancata visita medica e mancata formazione.

Quanto ai controlli nel settore degli stabilimenti balneari, sono stati ispezionati 3 lidi.

L’attività del primo, sulla costa tirrenica, è stata sospesa per impiego di manodopera in nero: gli ispettori hanno accertato che un lavoratore su 6 era irregolare.  La sospensione comporta il pagamento, per la revoca, di una somma pari a 2.500 euro, mentre la maxi-sanzione ammonta a 3.900 euro. Seguiranno le prescrizioni penali per la mancata visita di idoneità e il mancato corso di formazione.

Nel secondo lido, a Reggio Calabria, sono stati individuati 2 lavoratori in nero su 22 presenti: la maxi-sanzione irrogata è pari a 7.800 euro, cui seguiranno le prescrizioni penali per mancata visita medica di idoneità e mancato corso di formazione in materia di salute e sicurezza nei posti di lavoro.

Nell’ultimo lido, sulla “costa viola”, sono stati individuati 2 lavoratori in nero su 2 presenti: un minore avviabile al lavoro e un extracomunitario sprovvisto di titolo idoneo all’ingresso in Italia. L’attività è stata sospesa – la somma aggiuntiva per la riapertura ammonta a 2.500 euro – ed è stata irrogata una maxi-sanzione di 8.200 euro.

I controlli in edilizia nella provincia hanno condotto a denunciare un imprenditore per assenza del Pimus (Piano di montaggio e smontaggio ponteggi) in cantiere.

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