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Reggio, presentata la rete “Comunità di Patrimonio del Territorio dello Stretto Sostenibile”

L’assemblea tenuta presso la sala conferenze del DIGiES dell’Università Mediterranea, si è aperta con l’introduzione di Alberto Ziparo, che – si legge in un comunicato stampa – ha ricordato genesi e dispiegamento del programma; sottolineando tra l’altro come curare e investire sul patrimonio ecopaesaggistico sia oggi una strada in qualche modo obbligata, per rispondere alle ricadute a terra della crisi ecoclimatica (Sicilia e Calabria sono tra le regioni europee più a rischio) e per assicurare una qualche visione di futuro. Dopo il clamoroso fallimento delle politiche e strategie proposte per le due regioni e il Mezzogiorno nel recente passato; rispetto a cui ancora ci si deve difendere dalle “code velenose”.

Il Professor Mimmo Marino ha sottolineato come nelle innovative strategie di sviluppo locale autosostenibile, anche in risposta ai problemi citati, i beni immateriali possano assumere funzione strategica: per esempio investire nel binomio tutela ambientale/turismo sostenibile può rivelarsi elemento chiave per una svolta socioeconomica decisamente positiva per l’Area dello Stretto e le due regioni interessate. A questo proposito ha ricordato le azioni intelligenti che hanno caratterizzato le strategie di sviluppo di Santa Fe in Sud America.

Il professor Mimmo Gattuso ha sottolineato come ancora si sprechino energie e risorse in investimenti infrastrutturali che, a dispetto della loro grande dimensione, si rivelano poco utili per il Sud e le due regioni interessate, se non addirittura infattibili e potenzialmente disastrose per l’ambiente (vedi Ponte sullo Stretto). Se si dirottassero invece tali risorse su infrastrutture di piccola taglia, utili alla mobilità dolce e intelligente (compreso l’escursionismo sentieristico che aggiunge valore anche economico) nei contesti locali, si apporterebbero benefici non indifferenti a società ed economie coinvolte.

Peppe Marra di USB e Movimento NO PONTE ha sottolineato come l’investimento sul patrimonio ecoterritoriale debba fare parte di un innovativo tipo di vertenza che interessi Calabria, Sicilia e Mezzogiorno: bisogna anche investire sulle emergenze mai risolte, ambiente, sanità, istruzione, lavoro, welfare, dirottando su di esse le risorse finanziarie da recuperare cancellando i progetti inutili e dannosi, oltre che improbabili, come il Ponte. E dimostrando anche quantitativamente l’utilità sociale di simili investimenti.

Successivamente Gianni Mento, Angelo Raso, Rocco Alberto Gioffrè e Angelo Vazzana, esperti di beni culturali e paesaggistici, si sono soffermati a sottolineare l’elevato valore dei beni patrimoniali, delle bellezze e “meraviglie” dello Stretto. H

anno sottolineato la necessità di rafforzare i processi di conservazione e affermazione di tali specificità di altissimo valore. Tutti si si sono detti favorevoli all’idea di Parco nazionale dello Stretto, nonché alla riapertura della procedura per il riconoscimento UNESCO dello stesso.

L’Archeologa Francesca Valbruzzi ha ricordato l’importanza della tematica nel riportarci le preziose vestigia delle civiltà antiche, che hanno spesso marcato origine e fondazione delle nostre città sottolineando come il nostro “ponte”, il mare di mezzo, lo Stretto, abbia sempre – almeno prima degli equivoci della modernità novecentesca – svolto un ruolo di unione e continuità tra le due sponde. Che quindi c’è sempre stata e ci sarà, senza bisogno di strutture mostruose che ne cancellerebbero lo splendido paesaggio e le “magiche” ecologie.

L’avvocato Giuseppe Vitarelli ha chiuso i lavori della mattinata ricordando le azioni di tutela e valorizzazione che contrassegnano il lavoro di associazioni e gruppi di Messina Sud; anche con relazioni, non solo escursionistiche, con l’ambito dei Peloritani. Si è poi soffermato sulla difesa legale di paesaggio e territorio dai progetti sbagliati e sulle azioni giuridiche di affermazione e riconoscimento dei beni ecopaesaggistici presenti.

Nel pomeriggio i lavori si sono aperti con l’intervento di Gerardo Pontecorvo che ha sintetizzato la proposta di Parco Nazionale dello “Stretto Costa Viola e Ganzirri”, già peraltro presentata in appositi incontri, che hanno sottolineato come il parco non significherebbe solo il rafforzamento delle tutele già presenti, ma anche la predisposizione di elementi progettuali per la valorizzazione del paesaggio e dei beni presenti.

Successivamente Cristina Schiavone, esperta di beni culturali, ha ricordato le recenti modifiche alla procedura di inserimento di un bene (nel caso Lo Stretto) nella lista del “Patrimonio dell’Umanità” UNESCO. Ha ricordato come in passato se ne fossero occupati studiosi del calibro di Osvaldo Pieroni e Elena de Luca. Peraltro l’operazione non è imminente visto l’attuale ambiente governativo, contrario a tale proposta.

Sia su questo ultimo progetto,che sul parco, la Rete affiancherà ai promotori apposito gruppo tecnico di lavoro.

Francesco Manglaviti e Valentino Santagati hanno illustrato le azioni positive di associazioni e gruppi dell’area grecanica in termini di ecoagricoltura etica, valorizzazione dei luoghi e borghi con escursionismo e ospitalità sostenibile, archeologia e cultura, ottenendo affermazioni significative come il “Parco a Mare” di Condofuri e il, Museo dell’Area Grecanica, progetti peraltro ancora da completare.

Paolo Barone ha parlato invece di peculiarità e pericoli ambientali della Costa Viola, sottolineando, insieme ad una crescita turistica, positiva ma da controllare negli impatti, una certa nuova attenzione diffusa alla questione ecologica e all’opposizione ai progetti decisamente sbagliati, come il progetto Edison di nuova centrale elettrica a Favazzina.

Rossella Bulsei, di “TiTengoStretto” ha sottolineato positivamente il rapporto tra rafforzamento della difesa dai progetti disastrosi come il Ponte anche con l’affermazione dei valori del territorio.

Serenella Palermiti ha sottolineato la necessità di maggior attenzione ai fenomeni di dissesto ambientale anche per la crisi climatica.

Infine Piero Idone ha sottolineato l’importanza della giornata lanciando l’applauso che ha sancito la Costituzione della RETE COPATSS.

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