La comunità accademica della Scuola Superiore di Italiano per Stranieri prende una posizione netta, sostenendo le istanze del personale non docente in merito alla crisi finanziaria che ha colpito l’Università per Stranieri di Reggio Calabria. Una crisi profonda, dichiarata ufficialmente due anni fa, che affonda le sue radici in anni di gestione inefficiente “da parte di chi oggi reclama un ritorno alla guida dell’Ateneo” è scritto in un comunicato”
Per anni, decisioni discutibili hanno messo a rischio l’esistenza stessa dell’Università. Tuttavia, il personale docente e non docente è riuscito a salvarla, adottando criteri gestionali innovativi e concreti, spesso ignorati dai precedenti amministratori. “Parlano di rilancio, ma vogliono solo riprendersi le poltrone che occupavano quando la crisi è esplosa”, lamentano i lavoratori.
La situazione è aggravata dal ruolo del Consorzio promotore, che includeva la Società Dante Alighieri, il Comune di Reggio Calabria, la Città Metropolitana e la Camera di Commercio. Nonostante l’obbligo legale di garantire le risorse finanziarie necessarie all’Università, il Consorzio ha smesso di adempiere ai propri doveri per ben dieci anni. Questa grave inadempienza, tollerata dai vertici dell’epoca, ha quasi portato al collasso dell’istituzione. Oggi, chi ha contribuito alla crisi non sembra intenzionato a prendersi le proprie responsabilità.
La rinascita dell’Università è stata accompagnata da tensione. Recentemente, è stato costituito un Consiglio di Amministrazione ritenuto illegittimo dai lavoratori, poiché nominato da un’assemblea del Consorzio convocata illegalmente. “Non permetteremo che chi ha quasi distrutto l’Ateneo torni a gestire i fondi frutto del nostro lavoro”, affermano con determinazione i dipendenti.
L’istituzione resta profondamente legata alla città di Reggio Calabria e alla sua vocazione internazionale. Nonostante il cambio di denominazione – da Università Internazionale Dante Alighieri a Università Internazionale per Stranieri – la missione rimane immutata: fornire un’istruzione di qualità agli studenti, italiani e stranieri.
Il nuovo Statuto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 20 dicembre, rappresenta un passo fondamentale per il futuro dell’Università. Nessuna dichiarazione ministeriale potrà metterlo in discussione, ribadiscono i lavoratori, che invitano la città a evitare inutili polemiche.
“Chi ha contribuito al dissesto finanziario dell’Ateneo deve farsi da parte e rispondere delle proprie azioni”, è il monitor lanciato dal personale. La comunità accademica chiede trasparenza, responsabilità e un impegno concreto per garantire un futuro solido all’Università, al servizio degli studenti e della città.