“Dopo essere stato aggredito da un compagno di cella, mio fratello, Davide Divino, detenuto nel carcere di Reggio Calabria, ha tentato il suicidio ingoiando 40 pillole. É finito, quindi, in coma ed é stato portato in ospedale. Il giorno dopo, in stato di semi-incoscienza, è stato però riportato in cella senza alcuna sorveglianza o assistenza. Il tutto senza che noi familiari o il nostro avvocato fossimo informati”. Lo scrive, in una nota diffusa alla stampa, Serena Divino, sorella di Davide, la quale, assieme alla madre, Maria Baggetta, ha presentato nei giorni scorsi una denuncia alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria.
“Scrivo – afferma Serena Divino – nella speranza di risvegliare coscienze e istituzioni. Perché la vita di un giovane di 37 anni, in questo momento, è davvero appesa ad un filo”.
Secondo i familiari, la vicenda di Davide Divino, che sta scontando una pena definitiva, è stata segnalata più volte al magistrato di sorveglianza. “Ci domandiamo – scrivono – chi e perché abbia autorizzato una dimissione dall’ospedale così avventata e pericolosa di un soggetto come mio fratello che ha una riconosciuta e comprovata incompatibilità col regime carcerario ed alle spalle altri quattro tentativi di suicidio. Le responsabilità dell’ospedale verranno valutate anch’esse nelle sedi opportune”.
Nella denuncia presentata ai carabinieri di Catona, la madre di Davide Divino, Maria Baggetta, riferisce che il figlio “è tossicodipendente e malato psichiatrico certificato. Per questo motivo sono state avanzate istanze dal mio legale, con il consenso di mio figlio, al fine di farlo trasferire in una comunità terapeutica per tossicodipendenti. Ma la risposta è stata negativa a causa dei problemi di salute di cui Davide patisce attualmente”.