Riccardi ha un curriculum di assoluto rilievo: diverse lauree honoris causa riconosciute da Università internazionali, tra le quali anche l’Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria, numerose pubblicazioni oltre che collaborazioni con riviste nazionali ed internazionali. Nel corso della sua attività ha avuto anche un ruolo determinante di mediazione, nell’ottica del rispetto dei diritti umani, in diversi delicati contesti internazionali come il Mozambico, il Guatemala, la Costa d’Avorio, la Guinea, tanto che la rivista “Time” nel 2003 lo ha inserito nell’elenco dei trentasei “eroi moderni” d’Europa, che si sono distinti per il proprio coraggio professionale e impegno umanitario. Con il Premio Carlo Magno è stato riconosciuto come persona che si è particolarmente distinta nella promozione di un’Europa unita e nella diffusione di cultura della pace e del dialogo.
Il Sindaco Giuseppe Falcomatà, accompagnato dal presidente del Circolo Rhegium Julii Pino Bova, ha consegnato un riconoscimento ufficiale al Professor Riccardi, esprimendo parole di orgoglio per la sua visita e profonda stima ed apprezzamento per il lavoro incessante dell’illustre cattedratico ed intellettuale a favore della cultura della pace e del dialogo.
Nel corso del suo intervento il sindaco ha anche ricordato e sottolineato che “la città di Reggio è il prodotto di una densa stratificazione di culture ed identità differenti e complementari, che nel corso della sua storia hanno non solo attraversato la città, ma, di fatto, hanno contribuito a creare un’identità unica, fondata sui principi dell’accoglienza, della solidarietà, del dialogo; la nostra è una città che dimostra che le differenze sono patrimonio e non strumento di divisione: siamo da sempre una comunità accogliente ed aperta. Ecco perché ci siamo candidati a Capitale italiana della Cultura: non solo per il patrimonio dei beni storici, artistici, archeologici e culturali ma anche per questa connotazione peculiare che ci ricorda che, in un mondo che ha difficoltà ad immaginare la pace, si può e si deve costruire una comunità plurale che faccia della convivenza tra culture diverse la sua ricchezza”.