Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, è considerato in Italia e all’estero uno dei più tenaci e strenui combattenti contro la pedofilia. Da sue collaborazioni con le istituzioni inquirenti sono partite inchieste ed operazioni di assoluto rilievo. Lo stesso è stato consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”, una tra le storie di abusi all’infanzia più aberranti. Gli abbiamo chiesto cosa pensi della nomina ad amministratore parrocchiale di un prete “prescritto e non già assolto” per reati di pedofilia ed ha risposto con le parole di Papa Francesco, chiedendone la fedele virgolettatura come riportata dall’agenzia di stampa AGI in data 5 settembre 2022: “Una mostruosità gli abusi sessuali da parte del clero. Un prete non può continuare a essere prete se è un molestatore. Non può. Perché sia malato o un criminale, non lo so. Il sacerdote esiste per dirigere gli uomini a Dio e non per distruggere gli uomini in nome di Dio. Tolleranza zero. E deve continuare a essere così”.
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Dal punto di vista del Garante qual è la ragione per allarmarsi?
Intanto pregressa, perché il dolore cagionato alle vittime è incancellabile. Attraversano l’inferno per riconciliarsi con le proprie esistenze violate e non lo superano mai del tutto. E poi, attuale, nel senso che una parrocchia è società frequentata da bambini e adolescenti, dunque, la fonte di preoccupazione risiede nel pericolo che il reato possa essere reiterato.
Fosse stata assoluzione e non prescrizione?
Io devo pensare ed agire con le leggi del Paese in cui esercito il mio mandato. Assoluzione significa che lo Stato ti ha indagato e non ha trovato elementi per condannarti. Diversa è la prescrizione, che in diritto penale determina l’estinzione, e non già l’assoluzione, di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo.
Ma lei è anche un cattolico ed ha incontrato Papa Francesco, donandogli il suo libro Katapontismós, proprio sulle sue battaglie contro la pedofilia. Cosa vi siete detti?
Gli ho detto che nutrivo molta speranza nei suoi pronunciamenti sulla tolleranza zero rispetto ai preti abusanti e che nel libro lo sottolineo. Mi ha ringraziato e mi ha detto che lo avrebbe letto. Io sono cresciuto in Chiesa, alla Gioventù Francescana, all’Azione Cattolica, e non mi sono mai imbattuto in sacerdoti del genere. Una sola volta venni a sapere di un sacerdote che avevo conosciuto in adolescenza e che in seguito avrebbe abusato di una ragazzina. Venne allontanato in altra diocesi fuori regione, dopo almeno un decennio è tornato in Calabria, e tutte le volte che l’ho rivisto ho pensato a quanti sacerdoti moralmente sani vengano messi in cattiva luce da simili soggetti. È anche per tutelare loro che bisognerebbe spretare i pedofili.
Come giudica la nomina di un sacerdote prescritto per reati di pedofilia ad amministratore parrocchiale?
Riprendo ancora Papa Francesco: “Un prete non può continuare a essere prete se è un molestatore”, dunque non si dovrebbe nemmeno porre il problema di nominarlo amministratore.
É deluso?
Mi pongo in un duplice atteggiamento: se il Papa è al corrente di ciò che accade nelle parrocchie, allora sono enormemente deluso. Ma, se il Papa non è informato mi dico deluso da chi dovrebbe informarlo e non lo fa.
Secondo lei il Papa è informato?
Dopo questa intervista lo sarà sicuramente.
Chi lo ha informato o avrebbe dovuto informarlo?
Penso siano i vescovi, i titolari delle diocesi a doverlo fare. Gli stessi che fanno le nomine, del resto.