Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali in carcere, emessa dalla Sezione G.I.P. del Tribunale reggino, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri, nei confronti di un soggetto indagato, a vario titolo, per i reati di tentato omicidio, aggravato in quanto reato connesso ad attività mafiosa, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.
La cattura costituisce l’epilogo di un’articolata attività d’indagine, coordinata dalla locale Procura ed eseguita dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria, che ha consentito di individuare – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità – il presunto autore di un tentato omicidio occorso in Reggio Calabria, lo scorso mese di ottobre, perpetrato con spregiudicatezza, sulla pubblica via ed in pieno giorno.
In particolare, nella mattinata del 13 ottobre, un soggetto, già noto alle forze dell’ordine, richiamava l’attenzione di una pattuglia di finanzieri, impiegata in un servizio di controllo del territorio. L’uomo, immediatamente trasportato in ospedale, risultava attinto da 4 colpi di pistola, dei quali uno al capo ed uno al volto.
I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di tracciare la sussistenza di un quadro gravemente indiziario delle condotte ascritte all’indagato, connotate da tutti i caratteri del tipico agire mafioso, quali le modalità di esecuzione spregiudicate ed efferate, l’esplosione di più colpi in pieno centro abitato e nelle prime ore della mattina, in una zona della città storicamente soggetta all’influenza e all’imposizione mafiosa.
Nel corso delle indagini, il Nucleo Polizia Economico Finanziario si è avvalso della qualificata azione assicurata dai militari della Compagnia Pronto Impiego di Reggio Calabria e della Sezione Aerea di Lamezia Terme. Le investigazioni sono state, inoltre, condotte con il supporto, anche tecnico, del personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria.