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Dimensionamento scolastico e greco, lo studioso Ventura: “Come si prende, si deve anche dare”

«Negli ultimi mesi il dibattito metropolitano attorno al dimensionamento scolastico nel basso ionio reggino si è concentrato ed ha puntato sulla minoranza linguistica storica greca di Calabria per tutelare l’autonomia degli istituti in quell’area. Era una strada che la Legge consentiva ed è stato legittimo per gli amministratori locali percorrerla, tra l’altro ottenendo sostanzialmente ciò a cui puntavano, almeno da quanto è emerso in queste ultime settimane sulla stampa. Tutto ciò però sarebbe opportuno dia anche lo spunto per una riflessione sulle politiche legate a questa nostra lingua minoritaria. Buttiamola brutalmente e banalmente sul pratico: se il nostro greco diverrà lingua morta, con lui scompariranno anche quei piccoli vantaggi che giungono in nostro soccorso innanzi a questioni come quella del dimensionamento scolastico. Continuare a prendere senza dare porterà alla dissoluzione di questa realtà. Servono ponderate politiche linguistiche».

Così dichiara in una nota lo studioso Francesco Ventura, attivista per la rivitalizzazione linguistica della minoranza greca di Calabria.

«Sono molto deluso e scoraggiato che in merito alle criticità legate agli sportelli linguistici nessuna delle amministrazioni comunali coinvolte abbia in quasi un anno preso una posizione o si sia sentita in dovere di intervenire, in un senso o nell’altro. Posso capire e comprendere la Città Metropolitana che si è arroccata sulle proprie decisioni, ma non l’ignavia di quegli stessi politici che in altri contesti sono stati invece pronti ad ergersi come alfieri del greco di Calabria – prosegue Ventura – Personalmente credo nel binomio protesta/proposta, perché ritengo che indicare un problema senza presentare almeno una soluzione alternativa sia un approccio sterile. Sento sempre più un maggiore bisogno ed una pressante necessità di confronto su questo e sono grato a quanti tra attivisti ed amici si stanno adoperando per strutturare un dibattito ed un dialogo all’interno della comunità».
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