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Agguato davanti scuola a Reggio Calabria: 38enne ferito al volto. Il punto sulle indagini

Un agguato è stato compiuto stamani a Reggio Calabria dove un 38enne, Gioele Carmelo Mangiola, è stato ferito al volto da colpi di pistola. Il fatto è accaduto nei pressi di una scuola primaria in via Abate Sant’Elia, nella periferia sud della città. Mangiola è stato portato in ospedale e non è in pericolo di vita.

Sul posto è intervenuta prima una pattuglia della guardia di finanza e poi i carabinieri che hanno fatto i rilievi. Le indagini sono coordinate dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal sostituto procuratore della Dda Walter Ignazitto. Dalle prime ricostruzioni, l’autore dell’agguato darebbe fuggito a bordo di un’auto. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il contesto in cui è avvenuto il tentato omicidio. Una prima ipotesi è che potrebbe trattarsi di un regolamento di conti maturato nell’ambito del sottobosco criminale della zona, ma non dovrebbe essere connesso alla criminalità organizzata.

Mangiola non è ritenuto dagli investigatori un personaggio di rilievo negli ambienti della ‘ndrangheta ma è già noto alle forze dell’ordine per minaccia, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, detenzione di armi, maltrattamenti in famiglia. Nel 2014 era stato arrestato dalla squadra mobile per un tentato omicidio avvenuto nel 2012 ai danni del titolare di un negozio di frutta che aveva un debito con un complice di Mangiola. Nel 2013, inoltre, assieme a un altro complice era stato arrestato per alcuni atti intimidatori ai danni di un distributore di benzina sulla statale 106.

Con Mangiola fu condannato anche il suo complice, Antonino Pricoco, che rimedio’ una pena a 15 anni di reclusione. Mangiola e Pricoco, giunsero dinanzi al negozio del Nucera a bordo di un ciclomotore ed esplosero una decina di colpi di pistola contro lo stesso Nucera e Francesco Barreca, senza riuscire a ferirli e senza concludere l’azione delittuosa a causa dell’inceppamento delle pistole che utilizzarono. Come fu ricostruito nel processo, Mangiola e Pricoco decisero di passare alle vie di fatto poiche’ un fratello di Filippo Nocera, Giuseppe, si era rifiutato di versare a Pricoco i soldi per l’acquisto di una motocicletta, motivo per cui fu pesantemente malmenato, episodio che innalzo’ il livello dello scontro tra Mangiola e Pricoco, da una parte, e i Nocera-Barreca dall’altra, culminato nell assalto armato nel negozio di frutta. Gioele Mangiola, dopo avere scontato la condanna, era tornato a vivere in citta’.

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