“In relazione alla decisione assunta dal Coordinamento dell’Ambito 14 circa la proroga tecnica dei contratti del personale in attesa che si avvii e si concluda l’iter per la stabilizzazione dei 19 dipendenti a tempo determinato dell’Ambito 14, decisione sulla quale il Comune di Campo Calabro si è astenuto, si precisa – si legge in una nota del Comune – che detta astensione è naturale conseguenza del voto sempre contrario alla proroga dei contratti di che trattasi reso negli anni dal Comune di Campo Calabro.
Tale atteggiamento del nostro Comune è stato sin dall’inizio dettato dalla consapevolezza che l’assunzione a tempo determinato dei lavoratori attraverso le successive proroghe portasse inevitabilmente al tale definitivo provvedimento. Cinque anni sono trascorsi invano, nell’indifferenza generale, senza l’indizione del concorso pubblico che avrebbe dovuto e potuto dotare l’Ambito del personale previsto. Si è preferita invece una sistematica proroga dei contratti attingendo in maniera non solo sostanziosa, ma quasi esclusiva al cosiddetto “fondo povertà” , che sinora invece che garantire servizi ha garantito solo la remunerazione delle spettanze al personale.
L’oramai acclarata carenza di programmazione di una rilevante quota di risorse dell’ambito sociale costituisce però la prova di una criticità che l’assunzione di personale non ha affatto contribuito a risolvere. Tale criticità è certificata dalla determina di riorganizzazione n. 346 del Dirigente del Settore del Comune di Villa assunta in assenza di qualsiasi concertazione con il Coordinamento Istituzionale ed i cui effetti come da noi richiesto alla Sindaca Caminiti ci aspettiamo siano sospesi.
A fronte della proposta del Comune di Campo Calabro di effettuare un concorso pubblico per l’assunzione del personale necessario, il Coordinamento Istituzionale ha fatto prevalere l’idea della stabilizzazione di personale a tempo determinato prorogato di volta in volta per anni, sempre con il parere contrario e/o l’astensione del nostro Comune. Se è vero che la stabilizzazione supera il precariato, andrebbe fatta una riflessione di natura politica sul chi come e perché quel precariato ha creato negli anni , non ci è dato di sapere quanto scientemente.
Perché se è vero che tutti “teniamo famiglia”, – conclude la nota – è anche vero che l’unica “famiglia” delle amministrazioni locali sono le persone che hanno necessità e condizioni di disagio sociale per i quali le risorse andrebbero impiegate. Ed i fondi non programmati non sono economie, bensì gravi e colpevoli omissioni nei confronti di quanti dovrebbero usufruire dei servizi sociali”.