“Il decesso del povero cittadino di Oppido Mamertina stroncato da un infarto i cui soccorsi sono stati vani dal momento che l’ambulanza del pronto intervento non era disponibile, è drammaticamente una morte annunciata. Mi sento di esprimere tutta la mia vicinanza alla comunità di Oppido Mamertina, dove già come Exit eravamo intervenuti per via proprio della chiusura del nosocomio cittadino.
La sanità è un settore sociale che non dovrebbe conoscere tagli , perché quando questi avvengono portano a conseguenze tragiche. Il modo di pensare e concepire la sanità oggi, non solo in Calabria, ma un po’ quanto sta avvenendo in tutta Italia, è inconcepibile. Stiamo assistendo all’attuazione della teoria liberista dell’800 che vede lo Stato non come espressione di un popolo di cui occuparsi, ma come guardiano notturno. Cosa dirà dopo questa morte il governatore Occhiuto? Mentre il gotha della politica regionale in Calabria è impegnata ad esprimere plausi per la nascente azienda Dulbecco a Catanzaro, ci sta ancora gente che muore per strada nella disperazione più assoluta dei partenti che assistono inermi a tutto ciò.
Questa volta il governatore e commissario ad acta della sanità , Roberto Occhiuto, si faccia sentire alla conferenza Stato-Regioni per vedersi riconoscere i fondi necessari nella ripartizione del fondo sanitario nazionale, per attivare sui territori i presidi sanitari necessari, a cominciare dal servizio di urgenza ed emergenza del 118, non è più accettabile morire così nel 2023”.
Così, in una nota, Paolo Di Matteo, coordinatore regionale Exit Calabria.