“La faccia sporca della città, la colpa è dell’inciviltà?” probabilmente la maggior parte delle persone si è posta questa domanda almeno una volta, visto l’alto numero di continue segnalazioni sia dal Palazzo che da parte di comuni cittadini. La civiltà decadente o quella conosciuta come “lordazzi”, quest’ultima etichetta coniata qualche tempo addietro (era “primo tempo”) e rivolta a quella parte di cittadinanza poca attenta alle linee guida indirizzate al servizio di raccolta comunale di Reggio Calabria. Che termine usare, quando i soggetti interessati non sono i cittadini ma altre figure al di fuori del Comune? Il breve reportage fotografico a corredo di questa nota informativa fa parte di alcuni momenti altamente espressivi presso l’area del Ce.Dir., acronimo di Centro Direzionale, noto anche come Palazzo Ce.Dir. Esso è un complesso di edifici amministrativi, che tra l’altro ospita l’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) del Comune di Reggio Calabria, l’Archivio Storico Comunale ed altri uffici distaccati di Palazzo San Giorgio. Aree pavimentate sporche, mattonelle divelte dall’irruenza delle radici degli alberi presenti nell’argomentata area, arbusti e verde non curato, insieme ad altri reperti sparsi in diversi punti, sono alcune delle pertinenze che caratterizzano le non buone condizioni dell’arredo urbano. Di chi la colpa? L’ immagine di una città sporca non lascia indifferenti e c’è anche chi fa della pulizia dei marciapiedi un indicatore di buon governo: se lo sporco si sparge per le strade allora qualcosa in alto non funziona. Una strada ben pulita è sicuramente un ottimo biglietto da visita per ogni Comune, garantendo così ai cittadini adeguate condizioni igieniche dell’ambiente in cui vivono”.
Lo scrive in una nota il Circolo Culturale “L’Agorà”.