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“Blu Notte”, i Bellocco e la corrente degli ‘scissionisti’. Cassa comune della cosca era gestita da una donna

È stata per di più evidenziata, la persistenza di una corrente interna alla cosca Bellocco, in contrasto con i vertici, solitamente indicata con il termine denigratorio degli scissionisti. Le intemperanze di questa fazione sono state represse dagli interventi risoluti di Umberto Bellocco, “nell’ambito di quelle che potremmo definire le regole organizzative e precettive in cui si sostanziava l’affectio societatis“.

E’ quanto emerge dall’operazione ‘Blu Notte’ contro la cosca Bellocco di Rosarno eseguita dai carabinieri di Gioia Tauro in 16 province italiane che ha portato all’arresto di 78 persone per associazione mafiosa, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravati dalle finalità mafiose.

Inoltre, per come accertato, i proventi dei delitti finivano nella cassa comune della cosca, custodita da una donna appartenente al sodalizio, la cui gestione è stata organizzata in maniera oculata, sia per il sostentamento dei consociati reclusi che per l’attuazione del programma criminale.

Consistente e diversificata è risultata anche la disponibilità di armi in capo all’aggregato di criminalità organizzata in questione, che venivano solitamente distribuite ai consociati in base alle contingenze. In diverse circostanze gli appartenenti alla cosca, hanno sottolineato che, in caso di necessità, non avrebbero esitato ad utilizzare le armi per uccidere.

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