La Comunità di Gerace ha accolto la statua della Madonna di Polsi che sta attraversando tutto il territorio diocesano lungo un percorso di fede, di speranza e di riconciliazione fortemente voluto da Mons. Francesco Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, che ha indetto l’Anno Mariano con il quale parte una grande sfida: rilanciare la pietà popolare rendendola fermento di crescita sociale, civile e religiosa. È un percorso che impegna tutta la comunità: fedeli laici, sacerdoti gioiosi nel ministero, pronti nell’ascolto e nell’accompagnamento spirituale.
La Peregrinatio Mariae, che percorrerà tutto il territorio diocesano, in una rete che unisce fra loro i vari santuari mariani e le principali chiese parrocchiali è stata accolta da Don Franco Labadessa, parroco della basilica concattedrale Santa Maria Assunta, da numerosi fedeli, dal Vice sindaco Rudi Lizzi e dai consiglieri Michele Orlando e Giuseppe Lacopo, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale.
Nel corso della solenne celebrazione che si è tenuta all’arrivo della statua don Franco ha ripercorso il cammino di fede della comunità geracese con la devozione alla Madonna quale compagna di un viaggio di gioia e speranza nel presente che guarda con fede al futuro.
«È un momento emozionante per tutta la nostra comunità che pervade di una fede vera e profonda», ha dichiarato il vice sindaco Rudi Lizzi che ha aggiunto: «La Peregrinatio Mariae è rappresenta occasione di profondo rinnovamento spirituale per la comunità geracese e per l’intera Locride anche perché, per come ha sottolineato mons. Oliva, è attraverso l’ascolto, l’incontro, l’impegno quotidiano, la preghiera che sapremo apprezzare ogni opportunità, recuperando la gioia del Vangelo e dell’essere con Gesù e la Madre sua, in una vita che si rinnova attraverso rapporti improntati alla fede, alla speranza ed alla carità. Senza speranza non c’è pienezza di vita. Guardiamo tutti a Maria, Madre del Divin Pastore, e a Lei ci affidiamo affinché ci doni “la capacità di affrontare la vita col coraggio della fede”».