Nato a Reggio Calabria nel 1972, Consulente Tecnico al Senato della Repubblica, Membro della Segreteria di Stato, Consulente Tecnico Ambasciate italiane all’Estero, Presidente e Fondatore dello Sportello Unico che raggruppa in tutta Italia le varie associazioni di Disabili. Presidente dell’Associazione nazionale Itaca. Dirigente Fratelli d’Italia. A confronto con Filippo Marra, dal suo osservatorio privilegiato.
Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, sta dedicando grandi sforzi alla questione sanitaria. Eppure anche gli ultimi rilievi della Corte dei Conti sono impietosi. Che ne pensa?
La sanità calabrese a distanza di anni ancora commissariata è un danno gravissimo per ì cittadini, sono passati giunte di destra e sinistra ma il problema ancora resta. Un buco economico impressionante che pagano i calabresi senza avere un servizio adeguato, trattati come cittadini di serie B, infatti sono in aumento i flussi di turismo sanitario verso le strutture del nord Italia, che oltre a gravare sulle spese della sanità regionale che deve poi pagare quelle prestazioni che vengono chiamati “fuori regione” rappresenta anche un costo per le famiglie: viaggi, alberghi pasti etc etc.
Eppure non è una questione di professionalità…
Basti pensare che gran parte dei professionisti e luminari calabresi oggi prestano la loro professione nelle strutture del nord, ne cito alcuni : il cardiologo Romeo, Il senologo Piromalli, il gastroenterologo Calarco, l’urologo Porpiglia, il dermatologo Mercuri e mi fermo qui ma la lista sarebbe lunghissima.
C’è quindi speranza per la sanità calabrese?
Il compito che la politica e i rappresentati delle istituzioni hanno è quello di far ricredere i calabresi nella sanità locale, il compito è quello di dare un servizio di eccellenza come i miei concittadini meritano. Io vivo in Lombardia da 32 anni e faccio politica da 20, ho avuto modo di essere vicino a colui che ha reso la sanità lombarda l’eccellenza quasi europea ovvero il senatore Mantovani e mi rendo conto che basterebbe poco. Sottolineo che la sanità come i servizi in genere non hanno colore politico, i politici hanno il compito di dare risposte concrete alla popolazione, perché il loro operato deve essere solo destinato a portare benefici ai cittadini e al territorio. Una regione carente di servizi di prima necessità è il fallimento della classe dirigente politica a prescindere dal colore.
I calabresi hanno perso fiducia nelle Istituzioni. Anche la vicenda che ha coinvolto il colonnello Bortoletti ha ulteriormente convinto che non si voglia, effettivamente, risolvere alcun problema.
Ho sperato che il mandato dato al mio amico Ten. Col. CC. Maurizio Bortoletti poteva avere un seguito diverso, perché dopo l’operato che ha fatto e risanato i conti della sanità campana poteva ripetersi in Calabria, ci credevo io, ci credeva Speranza che aveva chiesto l’incarico e Draghi che lo aveva firmato e gran parte dei calabresi, ma qualcosa sicuramente non ha funzionato. Ad oggi dopo le “visioni” del vecchio commissario, quel generale che ha fatto fare una figuraccia all’Arma dei Carabinieri, siamo in una fase critica. Intanto ad oggi mi ritrovo, vivendo in Lombardia che in media ricevo centinaia di telefonate al mese dai miei concittadini per trovare medici e strutture al nord per potersi curare e questo mi rattrista.
In Calabria c’è necessità di fiducia e legalità. Eppure è assai attiva la discussione sulla abrogazione della Legge Severino. Anche il ministro Nordio si è espresso sul reato di abuso d’ufficio. Qual è la sua posizione?
Oggi abbiamo un Ministro della Giustizia ovvero Carlo Nordio molto preparato e garantista che cercherà di ridare credibilità alla magistratura che dopo lo scandalo Palamara e le varie dicerie e inchieste che hanno infangato quella che è l’eccellenza mondiale aveva seminato sconforto nel pensiero dei cittadini. Sicuramente ci sarà molto lavoro da fare: la Legge Severino credo sia una forzatura alla nostra Costituzione, abbiamo tre gradi di giudizio e invece viene applicata già in primo grado. Da rivedere anche la confisca preventiva, non è possibile che viene applicata per poi scoprire che il reato non sussiste, intanto quel cittadino ha perso tutto. Da rivedere anche la prassi delle interdittive antimafia, stessa tesi di prima, aziende che cessano di lavorare e creare disoccupazione per poi scoprire l’estraneità ai fatti.
Non crede che così si possa penalizzare la fondamentale azione della magistratura contro il malaffare e, nello specifico, contro la criminalità organizzata?
Beh la Calabria vanta di tanti magistrati che sono l’esempio da prendere per coloro che si accingono a intraprendere questa carriera vedi il dott. Lombardo, il Dott. Gratteri , il dott. Musolino e tanti altri. Io personalmente sarei per la separazione delle carriere e la responsabilità penale e civile dei giudici, eviteremmo spese di risarcimento e famiglie rovinate.
Cosa pensa, quindi, un reggino ormai da anni al Nord, della Calabria?
Spero in una Calabria migliore, dove posso arrivare a Reggio Calabria in aereo ed avere più scelta di orari, partire da Reggio senza andare a Lamezia, collegamenti ferroviari ad alta velocità. Spero che i nostri giovani non dovranno emigrare per cercare fortuna e crescere altrove, mi auguro che Destra, Sinistra e Centro dialoghino per il bene comune. Anche perché la Calabria come il resto del sud Italia potrebbe essere il polmone dell’economia del Paese: turismo, agricoltura e risorse territoriali creerebbero lavoro e ricchezza in una terra martoriata dalle mafie, ma non tutti i calabresi sono ndranghetisti, la stragrande maggioranza sono persone perbene che danno il loro contributo alla comunità. Non esiste una cartolina nel mondo dove sciando puoi vedere le Isole Eolie, Scilla e Tropea non hanno nulla da invidiare al reato del mondo. L’Italia è un museo a cielo aperto, il bel Paese, dove si sta bene e si mangia altrettanto, il sud Italia è il caveau della nazione e la Calabria è il gioiello più bello e raro custodito dentro.