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Lettera aperta della “Prosalus Palmi” al presidente Occhiuto “per le sue dichiarazioni sui ritardi del nuovo ospedale della Piana”

Riceviamo e pubblichiamo:

“Egregio Signor Presidente,

Le scrivo nella qualità di Presidente Onorario della Prosalus Palmi, Associazione che da anni si batte per il diritto alla salute nella Piana di Gioia Tauro con particolare riferimento alla costruzione del N.O.P., ai problemi ambientali ed alla sanità del  territorio.

Mi permetto di fare alcune osservazioni sulle recenti comunicazioni attraverso le  quali Lei è intervenuto sui nuovi ospedali previsti dall’Accordo di Programma Stato/Regione del 13 dicembre 2007.

 

1) GLI OSPEDALI DI VIBO,  DELLA SIBARITIDE ED IL N.O.P. DELLA PIANA

 

Nel video apparso il 10 ottobre u.s., Lei ha “garantito” che gli Ospedali di Vibo e della Sibaritide saranno completati entro il termine del Suo mandato. E’ una promessa molto impegnativa che spero Lei possa mantenere nonostante  “l’andamento lento, lentissimo”, della tecno-burocrazia regionale. Questi ospedali, infatti, dovevano essere costruiti ed attivati, beninteso a tutto concedere, non oltre i sette anni dal 2007 (2014). Sono invece già trascorsi  quindici anni e ce ne vorranno altri ancora. Ma almeno Lei ha finalmente stabilito un termine, diciamo così,  “d’onore” in quanto assunto pubblicamente. Le auguriamo successo nell’interesse delle Comunità che quegli Ospedali devono servire.

 

Purtroppo in quel video, ed in altre analoghe precedenti comunicazioni sugli Ospedali (post facebook  del 17 agosto e video 19 settembre), Lei non ha fatto alcun cenno al N.O.P. nonostante faccia parte anch’esso dell’Accordo di Programma Stato/Regione del 2007 e sia stato dichiarato, al pari degli altri due ospedali,  di “somma urgenza”. Ciò ha provocato sconcerto,  delusione ma anche protesta della gente della Piana, la quale ha recepito questo suo silenzio come implicita ulteriore  incertezza sui lavori ed i tempi del N.O.P. dando ulteriore forza ai tanti scettici che amano ripetere il triste ritornello secondo cui “l’Ospedale non si farà mai”.

 

Non credo che Lei abbia intenzionalmente omesso di citare il N.O.P. al fine di non prendere impegni su tale struttura. Lei infatti sa benissimo che l’Ospedale della Piana “non può non farsi”. Stante la fase del procedimento, infatti, si tratta di un processo irreversibile di costruzione di un’opera programmata, finanziata, aggiudicata e contrattualizzata per la quale valgono le regole vincolanti  dell’agire della Pubblica Amministrazione.

 

Sul punto tornerò più avanti ma intanto devo sottolineare che non aver parlato del N.O.P. insieme alle strutture della Sibaritide e di Vibo è stato a mio avviso un grave infortunio di comunicazione che ha fatto molto male ai cittadini della Piana: una ulteriore “frustata alla schiena” come ama dire chi conosce bene le vicende del NOP.

 

2) LA MANIFESTAZIONE PROSALUS A CATANZARO DEL 24. U.S.

 

Ed infatti, a seguito delle sue dichiarazioni su Sibaritide e Vibo e del suo silenzio sul N.O.P. la Prosalus di Palmi ha organizzato per lunedì 24 scorso una trasferta a Catanzaro di molti cittadini per protestare e chiedere direttamente a Lei chiarezza ed impegni precisi anche su questo Ospedale. Alla trasferta hanno partecipato oltre al Sindaco di Palmi, altri Sindaci di importanti Comuni della Piana, e la Consigliera di minoranza Regionale Bruni; tutte adesioni istituzionali che hanno reso ancora più importante l’iniziativa della Prosalus. Beninteso erano stati invitati anche altri Consiglieri di “maggioranza” perché sul punto Prosalus, associazione apartitica,  accetta i contributi di tutti, maggioranza ed opposizione.

 

Purtroppo l’incontro non c’è stato, probabilmente perché non concordato prima e perché Lei, secondo quanto riferito dai funzionari regionali, era assente ed impegnato altrove.

 

Tuttavia la manifestazione è riuscita, ha avuto un certo clamore nei mass media (come si voleva) e ha perciò lasciato ugualmente soddisfatti i promotori anche per tutto ciò che dirò qui appresso.

 

3) LA  “VIDEO-COMUNICAZIONE” ED IL POST  DEL 24 U.S.

 

Al riguardo osservo che  Lei, sig. Presidente, ha fatto molto bene a diffondere nella stessa giornata della manifestazione un video nel quale ha chiarito che ogni affermazione circa la “non realizzazione” del N.O.P. è assolutamente priva di fondamento (fake new si dice oggi) e che anche tale Ospedale sarà realizzato al pari degli altri.

 

Ed ha fatto bene, Sig. Presidente, anche a pubblicare oltre al video anche un post sul suo profilo facebook nel quale ha dichiarato quanto segue: “Capisco l’esasperazione dei cittadini della Piana di Gioia Tauro, che da anni aspettano un segnale per la realizzazione di un ospedale che possa servire in modo adeguato una parte importante della Calabria.  Il mio governo ha trovato la situazione complessa che tutti conosciamo, ha accelerato le indagini ambientali, ha messo in campo Arpacal, e proprio oggi abbiamo avuto gli esiti finali di alcuni approfondimenti che adesso verranno esaminati in sede di Conferenza dei servizi. Superati questi step si potrà passare all’approvazione del progetto definitivo e successivamente di quello esecutivo. L’ospedale di Palmi, queste le linee guida, avrà 339 posti letto e costerà poco meno di 160 milioni di euro. Queste fasi richiederanno alcuni mesi, ma su questa battaglia sono determinato ad andare sino in fondo. Voglio che la Piana di Gioia Tauro abbia un ospedale degno di questo nome entro la fine del mio mandato (2026 n.d.r.), e mi batterò per raggiungere questo obiettivo.”

 

Parole inequivocabili e attese da tempo, signor Presidente, ma soprattutto parole che, in quanto pubbliche, da qui in avanti impegnano il suo “onore e prestigio di pubblico amministratore”  e tranquillizzano, almeno un po’, i cittadini della Piana. Sarà invece l’esatto opposto, quanto ad onore e prestigio, se tale impegno non sarà mantenuto.

 

 

4) SULL’ASSERITA COMPLESSITÀ DELLE COSE

 

Ora occorre fare chiarezza a proposito della asserita “complessità delle cose” che  avrebbe cagionato i ritardi.

 

Nel video del 24 u.s. Lei ricorda di avere trovato una sanità disastrata ed in particolare, per quanto riguarda il N.O.P., fa presente che devono essere superate alcune complessità che hanno rallentato il procedimento. Lei ha accennato ad alcuni problemi del sito, alle interferenze di due tralicci di elettrodotti, al piano di caratterizzazione.

 

Invero nessuna di queste “complessità” giustifica gli abnormi ritardi fin qui perpetratisi: il sito è stato dichiarato idoneo fin dallo studio di fattibilità del 7 giugno 2011. Tutte le numerose indagini geognostiche od archeologiche fatte successivamente hanno dato esito favorevole o con prescrizioni di facile risoluzione (es.: rimozioni di alcune decine di metri di tuboli di terracotta di asserito interesse archeologico). La rimozione degli elettrodotti interferenti sul terreno è attività ordinaria in quanto esiste apposita Società Pubblica, la Terna, specialista ed esclusivista in questo genere di operazioni, peraltro  frequentissime su ampi terreni destinati ad un’opera pubblica. Anche il piano di caratterizzazione è attività ordinaria prevista da ogni cronogramma procedimentale.

 

Invero tutte queste operazioni non sono complesse in sé ma creano complessità se intempestive, se avviate in ritardo,  se gestite con tempi e modi burocratici e non di risultato (senza deflettere ovviamente dalla legittimità), sicché il ritardo dell’una genera il ritardo dell’altra e  così, in sequenza,  il ritardo di altre ancora. E’ come un treno bloccato che blocca i treni che seguono generando così il blocco dell’intera linea ferroviaria. Così purtroppo si procede da quindici anni a questa parte.

 

E’ mai possibile che il progetto definitivo presentato l’ 8.11.2018 su cui si è espressa positivamente la Conferenza dei Servizi,  ad oggi, cioè dopo quattro anni, non risulta approvato pregiudicando la tempestività degli atti successivi? Quali sono le mega complessità che hanno portato ad una abnormità temporale di questo genere? E’ possibile che la rimozione degli elettrodotti, stante lo studio di fattibilità presentato da Terna nel 2017 terminerà solo nell’ottobre 2023 cioè sei anni dopo, con ciò impedendo l’apertura del cantiere fino a quella data? E’ mai possibile che ci vogliono oltre due anni per un piano di caratterizzazione delle rocce da scavo?

 

Oltre a queste abnormità ve ne sono molte altre ripercorrendo, come ha fatto Prosalus, l’intero procedimento a ritroso e rilevando, per esempio, che dal bando al contratto sono passati 3 anni e 9 mesi (1.8.2011 – 8.5.2015) nonostante ci fosse una sola ditta partecipante.

 

A scanso di equivoci od infondate giustificazioni senza contraddittorio va detto che la crisi finanziaria della ditta Tecnis non ha influito sulle dimensioni di questi ritardi  né sugli adempimenti. Il progetto definitivo, per esempio, è stato comunque predisposto durante tale crisi.

 

Insomma i ritardi nelle procedure pubbliche possono essere  comprensibili ma non fino al punto da essere abnormi  ed irrazionali rispetto alle cose da fare.

 

Ecco spiegata, signor Presidente, l’esasperazione dei cittadini di cui Lei è consapevole perché ne parla nel suo post del 24 u.s..

 

Chiudo sul punto ricordandole che Lei troverà il dettaglio di ogni nostra affermazione, peraltro mai oggetto di controdeduzioni regionali sul documento, “N.O.P. – CONTADANNO E CONTATEMPO” che mensilmente trasmettiamo a Lei e ad ogni altra Autorità direttamente o indirettamente interessata all’opera pubblica.

 

5) L’OSPEDALE NON PUÒ NON FARSI

 

Come Prosalus non abbiamo mai avuto dubbi, sebbene mille volte scoraggiati dalla lentezza della tecno-burocrazia regionale, che il N.O.P. si realizzerà, quantomeno perché, in caso contrario, la Regione provocherebbe gravissimi danni ulteriori rispetto a quelli già cagionati  per il ritardo. Solo a titolo di esempio: danno erariale da perdita del finanziamento statale;  danno per il recesso unilaterale dal contratto con la ditta concessionaria, danno da mancata utilizzazione di mutuo già contratto, danno per tutte le spese sostenute inutilmente nei quindici anni trascorsi per indagini, attività preliminari, progetti, convenzioni, ecc. ecc. e così oltre per molte altre voci danno.

 

Tali voci, peraltro, pur cospicue e ipermilionarie, sono ben poca cosa rispetto al danno sociale e sanitario che deriverebbe dalla mancata realizzazione dell’opera rimanendo un intero territorio della Regione privo di adeguata assistenza ospedaliera.

(ulteriore migrazione sanitaria, mancate spedalizzazioni, inadeguati servizi di emergenze e di pronto soccorso, mancata protezione sanitaria delle categorie più deboli, ecc., ecc.,).

 

Ma già il solo ritardo ha comportato, come si dimostra nella nostra edizione mensile del Contatempo e Contadanno (ved https://www.prosaluspalmi.it/contatempo-e-contadanno/) la perdita di 143.676 ricoveri, 1.034.501 giornate di degenza, 5.310.604 prestazioni ambulatoriali, 493.324 prestazioni di pronto soccorso, 1.325 posti di lavoro, 42.029.000 ore di lavoro per assistenza ospedaliera  e così oltre per ulteriori voci di danno al netto dell’assistenza ospedaliera  del Presidio di Polistena.

 

Sul danno all’immagine dell’Amministrazione Regionale  neanche ci soffermiamo.

 

6) IN CONCLUSIONE

 

Come abbiamo già avuto modo di dirle nella precedente comunicazione dell’11 ottobre u.s. in cui contestavamo ancora più dettagliatamente i ritardi sulle situazioni asseritamente complesse, il cammino da fare nei prossimi quattro anni sarà ancora più difficile di quello già fatto. Si dovrà infatti procedere al reperimento di finanziamenti integrativi, al completamento della progettazione, alla cantierizzazione, alla costruzione, alla dotazione strumentale, alla dotazione organica, all’organizzazione. Un anno almeno ci vorrà per l’attivazione dell’Ospedale (logistica, organizzazione di risorse umane e tecniche, ecc.) che è cosa ulteriore rispetto alla costruzione.

 

Signor Presidente,  con i tempi ed i metodi  fin qui impiegati tutto ciò non sarà possibile.

 

Occorre, come invochiamo da tempo, un cambio di passo netto, nettissimo,  perché diversamente il Suo solenne impegno riguardo al N.O.P. per la fine della legislatura resterà miseramente inadempiuto e si aggiungerà alla ricca collezione delle promesse pubbliche non mantenute.

 

Distinti Saluti”.

 

                                                                                                   Ernesto Mancini

                                                                                   (Presidente Onorario Prosalus Palmi)

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